Un equilibrio fragile, instabile, tra la necessità di riaprire per non far morire l’economia e i numeri dei contagi ancora alti. L’Italia prova a ripartire, senza trovare però una linea comune tra governo e Regioni. Alle 18 di ieri sera, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato il nuovo dpcm, concretizzando quanto già annunciato durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi sabato sera.
La notte, però, non ha portato sonni tranquilli per Conte, il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia e tutti i presidenti della Regione. Dopo la conferenza stampa del premier, c’è stata una trattativa estenuante tra governo e Regioni sulle aperture delle attività commerciali. Gli sforzi del mediatore Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna, non hanno portato i risultati sperati: il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, ha deciso di non porre la sua firma sul decreto, prorogando così l’apertura di negozi, ristoranti e bar nel territorio campano. L’appuntamento è rinviato al 21 maggio, ma De Luca non esclude che sarà lui a mettere l’ultima parola alla vigilia del 3 giugno, quando anche gli spostamenti interregionali saranno aperti.
L’Italia riparte con velocità distinte e, per questo, il presidente del Consiglio Conte ha voluto rivolgersi agli italiani per invitarli alla prudenza in questa fase delicata. “Gli italiani stanno confermando di aver fatto proprio quell’appello alla responsabilità, alla disciplina e al senso civico, che continueranno a essere fondamentali e cruciali anche e soprattutto nelle prossime settimane. Non dimentichiamo, infatti, che la strada è ancora lunga e non dovremo mai abbassare la guardia”, ha affermato il premier in una lettera pubblicata su Leggo. Conte non ha nascosto che il Paese si sta preparando a vivere la fase peggiore dal secondo Dopoguerra, ma ha sottolineato l’impegno di Palazzo Chigi per aiutare le migliaia di persone che hanno perso il lavoro a causa dell’emergenza sanitaria del Covid-19.
Il premier ha rassicurato che il governo ha introdotto, con il decreto Rilancio, “nuove misure di sostegno alle imprese, per dare impulso alla crescita e accompagnare l’economia verso la ripartenza, attraverso contributi a fondo perduto, riduzione delle tasse, sconti fiscali, sgravi per gli affitti, bollette elettriche più leggere”.
Ma l’aiuto, secondo quanto scrive Conte, è rivolto anche alle famiglie, per le quali è stato predisposto un ventaglio di offerte per i bambini a carattere ludico-ricreativo. Roma sa benissimo che il nucleo familiare, durante il lockdown, è stato un importante ammortizzatore sociale ma ora ha la necessità di ripartire. Il presidente del Consiglio rassicura sulla vigilanza del governo, che “non è sordo alle tante difficoltà che i cittadini stanno vivendo, e intende affrontarle una per una, assumendosi tutte le proprie responsabilità”. La Fase 2 però si avvia con prudenza e attenzione per superare tutti gli ostacoli, perché “l’Italia tornerà a correre”, ha garantito Conte.