Settimana di fuoco quella che si apre oggi per l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte. Dopo la conferenza stampa di sabato sera, nella quale il premier ha fornito le date per le riaperture e presentato le nuove misure, dopo la fase di lockdown causato dalla pandemia Covid-19, sono iniziati i primi distinguo dei governatori delle Regioni. Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, ieri in diretta a Mezz’ora in più su Rai 3 ha detto di non aver firmato ancora l’accordo; ciò che più preoccupa il governatore è la libera circolazione dei cittadini italiani in tutto il territorio che sarà consentita dal 3 giugno.
Ma la “questione regionale” non sarà il problema maggiore della settimana politica. Conte riferirà domani in Aula sulla decisioni prese per le riaperture; ma ciò che però più preoccupa il governo sarà il dibattito in Parlamento sul Meccanismo europeo di stabilità. E le lacerazioni sul Mes sono già evidenti all’interno della maggioranza: Pd, Italia Viva e LeU a favore, Movimento 5 Stelle contro.
Proprio su un possibile ribaltone di governo, che potrebbe essere innescato da una votazione parlamentare sul Mes, è intervenuto questa mattina il ministro per i Rapporti col Parlamento Federico D’Incà a SkyTg24. “Vedo i giornali parlare spesso di variazioni nel Governo e possibili rimpasti, ma io vedo sempre un Consiglio dei ministri molto unito”, ha dichiarato il ministro, che ha quindi rilanciato sui nuovi passi dell’esecutivo. “I passi successivi al decreto Rilancio – ha aggiunto d’Incà – sono il decreto sulle semplificazioni e poi continuare con grandissima forza la nostra visione a livello europeo, con il Recovery fund, con i fondi per la ripresa”.
C’è infine un altro convitato di pietra però che attende a metà settimana il governo: la sfiducia al Guardasigilli Alfonso Bonafede. Mercoledì si votano le mozioni presentate dalle opposizioni che ne chiedono le dimissioni, e il partito guidato da Matteo Renzi ancora non ha deciso cosa fare. “Serve un chiarimento politico in generale sui nostri temi, a partire da quelli economici, e specifico sui temi della giustizia”, ha fatto sapere Ettore Rosato, capogruppo di Iv al Senato. L’incidente in Aula alla fine, probabilmente, non ci sarà, ma Renzi probabilmente proverà ad alzare quanto più possibile la posta. E proprio l’attivazione del Mes potrebbe essere la pistola fumante sul tavolo.
Il premier Conte intanto, come negli ultimi giorni, prende tempo sul tema in attesa di capire se servirà una votazione e se il Recovery Fund sarà davvero consistente e immediato. Il prossimo passaggio sarà la presentazione del nuovo “Fondo di solidarietà” da parte della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, attesa per il prossimo 27 maggio. Lì si capirà quanto e come peseranno i veti dei Paesi del Nord, da sempre scettici su questa nuova misura.