NEWS ANSA

Sito aggiornato alle 13:20 del 22 novembre 2024

HomeEconomia “Molti italiani hanno fatto richiesta per lavorare nei campi, ma l’emergenza resta”

"Molte richieste da parte
di italiani per i campi
ma l'emergenza resta"

Pagano (Confagricoltura) a Lumsanews

"Sì a voucher per i disoccupati"

di Mariacristina Ponti15 Maggio 2020
15 Maggio 2020

Che l’emergenza Coronavirus abbia colpito il settore agricolo non è una novità dell’ultim’ora e ve ne abbiamo parlato anche ieri qui: mancano persone, e ne mancano tante. Mancano adesso, per raccogliere la frutta e la verdura di stagione, ma non è detto che, se la situazione rimanesse com’è ora, il problema non si possa presentare anche domani. Per questo, Confagricoltura si è impegnata per portare sul tavolo del governo delle proposte concrete per arginarlo, questo problema. Lumsanews ha sentito Tania Pagano, esperta in materia di lavoro e immigrazione della confederazione.

Come risolvere questa emergenza?

“Nell’immediato confidiamo soprattutto negli italiani. Ci auspichiamo è che vengano stipulati dei contratti di lavoro, magari sotto forma di voucher, a chi un lavoro non ce l’ha più, a quelli in cassa integrazione o quelli che percepiscono il reddito di cittadinanza”.

Ci sono state molte richieste da parte di italiani quindi? Come si dividono per genere? Per categoria?

“Le richieste sono state tante, ma noi ci siamo limitati a fornire dati senza fare nessuna categorizzazione di genere. Posso solo dire che ci sono laureati, bagnini estivi che sono rimasti a casa, studenti e pensionati”.

Una situazione inedita.

“Non direi. In Italia lavorano più di un milione di persone nel settore agricolo e solo 340 mila di loro sono stranieri, quindi 700 mila sono italiani, maschi e femmine. È chiaro che ora la situazione è drammatica perché a mancare sono i lavoratori stanziali, che svolgono quel determinato compito per un periodo limitato di tempo, si parla di 150/180 ore l’anno. E sì, molti arrivano al di fuori dell’Italia”.

Quindi vi aspettavate un numero così alto di richieste?

“Sospettavamo che sarebbero arrivate molte domande, ma il portale Agrijob esiste già dal 2012 ed è nato a Verona. In un primo momento raccoglievamo i dati su quanti immigrati servissero, poi la situazione si è stabilizzata con i neocomunitari che arrivavano soprattutto da Bulgaria e Romania, e poi anche grazie ai nuovi regolari”.

I nuovi regolari, appunto. Tema molto dibattuto ultimamente…

“Sì, è stata una nostra richiesta al governo: regolarizzare la posizione di molti immigrati a cui è scaduto il permesso di soggiorno, ma di fatto non sappiamo di che numeri stiamo parlando, perché non è detto che tra questi “irregolari” di oggi ci siano soltanto persone che lavorano nei campi. In ogni caso, la stima di 600 mila persone mi sembra troppo alta. Questi dati sicuramente sono a disposizione del ministero dell’Interno”.

Comunque un passo avanti. Ma quali sono i tempi?

“Assolutamente. Il decreto Rilancio è uscito ma non è ancora disponibile, ma sicuramente ci sarà un rinvio a un decreto ministeriale e le richieste dovrebbero iniziare a partire dal primo giugno. Stando alla mia esperienza, i tempi sono molto lunghi per arrivare alla piena regolarizzazione e noi i lavoratori servono anche ora”.

In Abruzzo hanno pensato a voli charter per portare nei campi operai già conosciuti e specializzati dal Nord Africa.

“I colleghi dell’Abruzzo si sono impegnati su questo, sui corridoi verdi: un’altra delle nostre proposte. Per il momento ci sono dei contatti con il consolato italiano per riportare in Italia persone che hanno già lavorato nelle varie regioni, ma abbiamo solo questo”.

Ti potrebbe interessare

logo ansa
fondazione roma
Carlo Chianura
Direttore delle testate e dei laboratori
Fabio Zavattaro
Direttore scientifico
@Designed & Developed by Bedig