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HomeCronaca Come si trasformerà il trasporto urbano dopo il Covid-19

Bici e ciclovie
il trasporto urbano
dopo il Covid-19

Modificato il Codice della strada

Ma al di là degli annunci pochi fatti

di Alessandro Rosi15 Maggio 2020
15 Maggio 2020

Un ciclita con il volto coperto da una mascherina percorre in bicicletta la pista ciclabile in viale Gorizia Darsena, 21 aprile 2020. Per favorire l'uso della bici in sicurezza, evitare l’affollamento sui mezzi pubblici e disincentivare l'uso dell'autoil ilcomune di Milano stà considerando l’ampliamento della rete delle piste ciclabili a Milano in vista della fase di riapertura dopo il lockdown per l’emergenza epidemia coronavirus Covid-19. Milano 21 Aprile 2020. Ansa/Matteo Corner

Trasformazione in corso per le città italiane. La mobilità non sarà più come prima. Roma e Milano hanno annunciato la realizzazione di nuove piste ciclabili e il potenziamento dello sharing per ovviare al drastico calo dell’uso dei mezzi pubblici.

Eppure, nel nostro Paese, nemmeno il 4% dei cittadini usa la bici per gli spostamenti, mentre in Olanda siamo al 30%, in Danimarca al 20%, in Svezia al 13% e in Germania al 10%. Tutto questo, nonostante l’Italia sia prima in Europa per produzione ed export di biciclette tradizionali ed e-bike, a pedalata assistita.

A Milano ha suscitato polemiche la pista ciclabile realizzata in corso Venezia, in cui i posteggi per i disabili sono finiti a centro strada. Per questo il decreto “Rilancio” è intervenuto per fare chiarezza.

Le modifiche al Codice della strada

La prima modifica del decreto “Rilancio” al Codice della strada è la cosiddetta “casa avanzata”, cioè una “linea di arresto per le biciclette in posizione avanzata rispetto alla linea di arresto per tutti gli altri veicoli”. La casa avanzata potrà essere realizzata solo nelle intersezioni semaforizzate, dovrà essere estesa a tutta la larghezza della carreggiata o della semicarreggiata, potrà essere realizzata lungo le strade con velocità inferiore o uguale a 50 km/h, anche se con più corsie per senso di marcia, ed è posta a una distanza pari almeno a 3 metri rispetto alla linea di arresto stabilita per il flusso veicolare. Per accedere alla casa avanzata, cioè per passare davanti alle auto ferme, vi sarà una corsia riservata alle biciclette, a destra, lunga almeno 5 metri.

La novità delle “corsie ciclabili”

La seconda novità introdotta dal decreto è la “corsia ciclabile”, una sorta di pista ciclabile light. Se la pista ciclabile è una “parte longitudinale della strada, opportunamente delimitata, riservata alla circolazione di velocipedi”, per la norma introdotta nel Codice la corsia ciclabile è la “parte longitudinale della carreggiata, posta a destra, delimitata mediante una striscia bianca discontinua, valicabile e a uso promiscuo, idonea a permettere la circolazione sulle strade urbane dei velocipedi nello stesso senso di marcia degli altri veicoli e contraddistinta dal simbolo del velocipede”. Insomma, mentre la pista è delimitata fisicamente da un cordolo ed è separata dalla corsia riservata ai veicoli, la corsia è parte della corsia veicolare, definita da una semplice striscia bianca, collocata a destra e a senso unico di marcia.

Il caso delle ciclabili pop up

Molte incertezze rimangono invece sulle linee guida create per le ciclabili pop up, le piste ciclabili temporanee. Nel decreto si legge di “bike lane” asfaltate di rosso. Per realizzarle, bisognerebbe asfaltare di nuovo tutti i tratti cittadini in cui dovrebbero passare queste ciclabili (provvisorie). Mentre in Germania, Gran Bretagna, Austria e Olanda, le bike lane spuntano letteralmente dall’oggi al domani: si lavora la notte, dipingendo le nuove piste e aggiungendo i pittogrammi delle bici.

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