È stato raggiunto l’accordo sul tema della regolarizzazione dei migranti, provvedimento che verrà inserito nel Decreto Rilancio.Dopo settimane di tensioni e scontri nella maggioranza, con la mediazione tra Pd e M5S, è arrivato il sì alla regolarizzazione.
A bloccare la fronda M5s che cercava di stralciare la norma dal provvedimento, ci ha pensato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ricordando ai Cinque Stelle che sono “legittimi” i loro dubbi, ma una “sintesi politica” nella maggioranza era stata raggiunta domenica notte “e da lì si parte”.
L’accordo sulla regolarizzazione dei migranti, insieme alla quadratura delle coperture delle misure economiche, apre la strada all’approdo del decreto in Consiglio dei ministri. La riunione, dopo essere slittata per giorni e dopo un estremo tentativo di convocazione nella notte, dovrebbe tenersi nella giornata di oggi.
Motivo di divisione all’interno del governo il dossier sulla regolarizzazione dei migranti, che pur mantenendo un impianto di base sostanzialmente invariato, con l’emersione del lavoro in nero e i permessi di soggiorno temporaneo ai lavoratori stranieri, presenta delle modifiche che rassicurano i grillini. Si tratta di norme precise per escludere dalla sanatoria i datori di lavoro condannati per caporalato o reati come lo sfruttamento di prostituzione e immigrazione clandestina.
“Sul tema dei lavoratori stagionali, colf e badanti è stato raggiunto un accordo che ritengo soddisfacente. Un testo modificato e migliorato rispetto a quello di domenica scorsa, che accoglie nostre esplicite richieste e mette al centro il lavoro regolare” ha dichiarato il capo politico M5S Vito Crimi.
“Ha vinto la dignità delle persone”, ha affermato Teresa Bellanova, a Radio Anch’io. Secondo la ministra delle Politiche agricole ora verrà “regolarizzato chi ha un permesso di soggiorno scaduto”. Si tratta di “milioni di badanti e i lavoratori agricoli che possono chiedere, senza un datore di lavoro che li accompagni, un permesso di soggiorno temporaneo e che, esibendo un rapporto di lavoro passato in agricoltura, possono ricevere un permesso di lavoro per 6 mesi”.
“Non era questione di bandierine, ma di dare risposte a chi aspettava da tempo legalità e diritti”, il commento su Twitter del ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano.