In Italia ci sono 5 musei ogni diecimila minori. Uno studio di Openpolis rileva come l’offerta museale per i più piccoli nel nostro Paese sia particolarmente scarsa. La situazione diventa ancora più allarmante se si prendono in considerazione le aree economicamente più svantaggiate. L’ultimo censimento Istat ha stimato che in Italia circa il 3% delle famiglie vive in una situazione di potenziale disagio economico. Si tratta di nuclei famigliari con figli, dove nessun componente è occupato o ritirato dal lavoro. Ciò ha un impatto fortemente negativo sulle opportunità educativa per i minori appartenenti a quelle famiglie.
I musei costituiscono un’occasione formativa importante per i giovani al di fuori della scuola. Un’esperienza che stimola la curiosità e il desiderio di apprendimento di bambini e ragazzi, oltre che rappresentare un presidio culturale per l’intera comunità. Specie nel Sud Italia, dove la percentuale di famiglie in disagio è superiore al 5%, l’offerta museale è estremamente ridotta. Con i dati disponibili ad oggi non è possibile monitorare la frequenza con cui i minori visitano i musei. Per mappare la frequentazione di bambini e ragazzi, dunque, Openpolis ha messo a confronto il numero di strutture del territorio, con il totale dei residenti tra 0 e 17 anni. Da questo calcolo, in Italia risultano in media circa 5 musei ogni diecimila minori, uno ogni duemila.
Un dato che diminuisce in quasi tutte le 20 province più svantaggiate del Paese. Territori dove già l’accesso alle opportunità educative per i minori è in media più limitato. Si calcolano ad esempio meno di 2 musei ogni diecimila minori nelle province di Napoli, Caltanissetta e Taranto. In Campania le quote più alte di musei per minori si registrano in comuni che corrispondono alle principali mete turistiche del territorio. Tra questi le isole, la penisola sorrentina e il capoluogo, che offre 2,2 musei per diecimila giovani.