I credenti di tutte le religioni uniti per chiedere l’aiuto di Dio a superare la pandemia da coronavirus. È questo il senso della giornata di “preghiera, digiuno e carità”, che ricorre domani.
La proposta è arrivata dall’Alto Comitato per la Fratellanza Umana: dedicare la giornata a un momento di raccoglimento, “di preghiera e solidarietà per invocare la fine della pandemia” e “radicare nel futuro il valore della fraternità e della coesistenza comune”.
“Il nostro mondo affronta oggi un grave pericolo – si legge nell’appello scritto del Comitato – che minaccia la vita di milioni di persone. Mentre confermiamo l’importanza del ruolo dei medici e quello della ricerca scientifica nell’affrontare questa epidemia, non dimentichiamo di rivolgerci a Dio Creatore”. Le persone di tutto il mondo sono quindi invitate a mettere tutte le loro differenze da parte e a unirsi contro il virus, il primo e vero nemico dell’umanità in quest’epoca.
Il Comitato è composto dai capi religiosi che si ispirano al Documento sulla fratellanza umana, firmato da Papa Francesco e dall’imam di al-Azhar, Ahmed al-Tayyeb, il 4 febbraio 2019. L’organo è presieduto dal cardinale e presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, Miguel Angel Ayuso Guixot.
Secondo Mohamed Abdel Salam, Segretario generale del Comitato: “la massiccia risposta a questo invito alla preghiera ricevuta da leader e persone di tutto il mondo è una testimonianza concreta della solidarietà umana e ci fa sperare di poter raggiungere l’unità globale basandoci sui principi di fratellanza umana per la protezione, la sicurezza e la salute dell’umanità.”
“Poiché la preghiera è un valore universale – ha spiegato Papa Francesco – ho accolto la proposta affinché i credenti si uniscano spiritualmente in una giornata di preghiera, digiuno e opere di carità per implorare Dio”.