A marce forzate verso il Decreto Rilancio. L’arrivo della bozza definitiva verrà anticipato da una riunione del pre-consiglio, che avrà inizio alle 14. I 155 miliardi messi sul piatto dal governo, di cui 55 di nuovo indebitamento, devono rifinanziare le misure del decreto Cura Italia e introdurre nuovi capitoli per aiutare imprese e aziende a uscire dal pantano in cui sono state condotte in questo periodo di emergenza.
La novità: stop pagamento Irap di giugno
“Abboneremo il saldo e acconto dell’Irap” di giugno per le medie imprese, dice a fine serata, dopo ore di trattativa, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. La novità è frutto di un compromesso tra le forze della maggioranza e interesserà le imprese con un fatturato fino a 250 milioni e per chi ha perso il 33% di fatturato ad aprile. Accanto al blocco dell’imposta regionale sull’attività produttiva, l’esecutivo ha deciso di sospendere anche il pagamento di tasse per i mesi di marzo, aprile e maggio. Resta un rebus quando e come verranno richieste.
I 62 milioni per il ristoro delle imprese
A “Che tempo che fa”, il ministro dem si sbilancia ulteriormente: per le imprese, spiega il titolare del Mef, “ci saranno dei ristori a fondo perdute fino a 5 milioni di fatturato: si arriverà fino a 62 milioni possibili e verranno dati alle imprese con bonifico da parte dell’Agenzia delle entrate”.
Sospensione cartelle esattoriali
Un’altra misura per aiutare le imprese prevede la sospensione degli accertamenti e delle cartelle esattoriali. Il Fisco emetterà comunque gli atti entro il 31 dicembre, ma verranno notificati alle imprese non prima del 31 gennaio 2021 (fermo al 31 maggio nel decreto marzo).
La sovietizzazione delle pmi
Per quanto riguarda la sovietizzazione delle piccole e medie imprese, Gualtieri parla di un qualcosa “slegato dalla realtà. È stato molto confuso: non vogliamo entrare nella governance pmi – afferma ancora nel programma di Fabio Fazio -. Lo Stato concorre ad assorbire le perdite e a sostenere il rilancio”
Il nodo banche
“Sulla liquidità stiamo migliorando, i numeri sono incoraggianti, ma vogliamo fare di più e chiediamo un impegno maggiore al sistema bancario”, dice ancora il ministro di Economia e Finanza. Nella bozza del decreto, infatti, sono previste garanzie statali fino a 15 miliardi di euro per le nuove emissioni da parte delle banche.
I numeri di Confcommercio e Istat
Intanto, da Confcommercio e Istat non arrivano notizie esaltanti. Secondo la confederazione del commercio, sono circa 170 mila le imprese che rischiano la chiusura definitiva se le condizioni non dovessero migliorare a breve. Per quanto riguarda l’istituto di statistica, le stime sulla produzione industriale registrano numeri da capogiro, in negativo: l’indice destagionalizzato a marzo è sceso del 28,4% rispetto a febbraio 2020 e del 29,3% rispetto a marzo 2019, con variazioni tendenziali negative in tutti i settori, specie in quello della fabbricazione dei mezzi di trasporto e delle industrie tessili e di abbigliamento.