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Fallita l'Operazione Gedeone
tentato golpe in Venezuela
Maduro: "C'entra l'America"

L'attacco era cominciato domenica notte

Nel commando ci sarebbero due americani

di Rossella Dell'Anno08 Maggio 2020
08 Maggio 2020

Detained American says plan was to send Maduro to the US epa08406213 Handout photo made available by the Miraflores press of the Venezuelan President Nicolas Maduro showing the passports of the two Americans detained in Venezuela during a press conference held by ministers and the military high command, in which ambassadors participate by videoconference and journalists, in Caracas, Venezuela, 06 May 2020. Luke Denman, one of two Americans detained in Venezuela over a thwarted maritime attack, said Wednesday that he had orders to take control of the airport near Caracas to send President Nicolas Maduro to the United States. EPA/Miraflores press HANDOUT HANDOUT EDITORIAL USE ONLY/NO SALES

Un commando avrebbe cercato di uccidere Nicolás Maduro. La notizia dello sventato attacco è stata data lunedì direttamente dallo stesso presidente del Venezuela, che ha lanciato precise accuse. In particolare verso gli Stati Uniti, coinvolti in questa “operazione terroristica” avviata domenica da “un gruppo di mercenari” che avrebbe avuto come obiettivo quello di realizzare un golpe ed assassinare diversi esponenti del governo, capo dello Stato compreso.

L’operazione sarebbe cominciata domenica notte. Secondo quanto riferito da Maduro, due barche a motore sarebbero state intercettate e bloccate: a bordo, insieme a numerosi disertori venezuelani ex militari e membri della polizia, ci sarebbero stati anche due cittadini americani. Secondo quanto riferito dal presidente venezuelano i due sono stati arrestati e saranno giustiziati nel paese sudamericano. 

Il personaggio chiave del fallito coup  sarebbe l’ex berretto verde, veterano dell’Iraq e dell’Afghanistan, Jordan Goudreau, titolare della SilverCorp USA, un’agenzia di «logistica» della Florida che di fatto si propone come partner per “la gestione della sicurezza in zone di rischio”.

L’operazione, denominata “Gedeone”, ha portato allo sbarco a La Guaira (nord del Venezuela), 20 o 30 uomini armati partiti probabilmente dalla Colombia. Secondo Caracas nel piano sarebbe coinvolto anche Juan Guaidò, il leader dell’opposizione autoproclamatosi presidente ad interim. Ma lo stesso, in un comunicato, ha preso le distanze e ipotizzato che potrebbe essere un progetto di Maduro per camuffare uccisioni extragiudiziarie e giustificare persecuzioni nuove contro la dissidenza venezuelana.

Maduro è certo che ci sia anche lo zampino di Washington. Ma il presidente americano Donald Trump che, oltre a moltiplicare le sanzioni per facilitare la caduta del governo di Caracas e ad appoggiare Juan Guaidò, ha assicurato ai giornalisti che questa storia “non ha nulla a che vedere con il nostro governo”. E ha smentito, parlando con i cronisti alla Casa Bianca, che i due americani arrestati in Venezuela siano agenti in missione.

Il tentato blitz, finito nel sangue: secondo quanto affermato dallo stesso Maduro 8 membri del commando di “mercenari terroristi” sarebbero stati uccisi, mentre 23 sarebbero stati arrestati. Dal giorno dell’incursione marittima, il leader venezuelano ha rivelato che “tutti i contatti con tre diversi funzionari dell’amministrazione Trump si sono interrotti. Nessuno risponde ai nostri messaggi”.

Il tentato colpo di Stato è stato paragonato da Nicolas Maduro alla fallita invasione di Cuba alla Baia dai Porci del 1961, quando un gruppo di esuli cubani addestrati dalla CIA, tentò senza riuscirci di rovesciare Fidel Castro, l’allora leader cubano. 

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