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Giornalisti all’attacco dopo la querela di Alemanno a Report. Raccolta di firme contro “bavagli e intimidazioni”

di Domenico Cavazzino24 Aprile 2013
24 Aprile 2013

Risarcimenti esorbitanti che impediscono ai giornalisti di svolgere il proprio lavoro senza condizionamenti. Questa è in estrema sintesi la situazione dello scontro tra istituzioni e giornalisti, con i primi pronti a querelare anche in caso di palese torto pur di bloccare questo o quel servizio.
L’ultimo caso riguarda la querela presentata domenica scorsa dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, contro la trasmissione d’inchieste Report. Querela partita prima ancora che terminasse il programma. E la trasmissione di Rai Tre deve far fronte anche a una richiesta di danni da parte dell’Eni, pari a 25 milioni di euro.
Sosteniamo Report. Come gesto di solidarietà l’associazione Articolo 21, insieme a Libera Informazione e al sito Change.org,, ha raccolto 120mila firme che, ieri pomeriggio, sono state consegnate ai gruppi parlamentari e ai Presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso.
L’obiettivo è chiedere una modifica della legge 47 del ’48 sulla diffamazione, depenalizzandola come già accaduto in altri Paesi. L’Italia, nelle classifiche internazionali si trova al 57º posto: «Fateci scalare dal 57º posto in su» è l’appello di Beppe Giulietti, portavoce di Articolo 21,  che in una conferenza organizzata pressola Federazionedella stampa, ha illustrato la raccolta delle firme a sostegno di Report e di tutti quei professionisti che vedono le querele temerarie come una spada di Damocle sulle loro teste.
Troppi bavagli. Giulietti ha criticato anche il lavoro dei saggi incaricati dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di preparare una serie di proposte di riforma per il Paese; nel documento presentato si parla molto di intercettazioni e come limitarle e poco di conflitto di interessi, un chiaro segnale di come si voglia limitare la possibilità di fare inchiesta. «Il giornalismo d’inchiesta non va fermato – dice Franco Siddi, segretario FNSI – perché è quello che vuole la gente e quello di cui la gente ha bisogno» e conclude chiedendo di «togliere i bavagli esistenti» che gravano sul mondo dell’informazione.
Ora basta. È il momento di invertire questo trend. Per questo motivo Paolo Mondani, giornalista di Report, che ha curato l’inchiesta su Eni, ha annunciato che, se le richieste della società risulteranno inconsistenti, partirà una richiesta di risarcimento nei loro confronti. Un monito per tutti quelli che, in futuro, vorranno bloccare l’informazione chiedendo elevati risarcimenti. Mondani ha poi ricordato i colleghi che hanno meno possibilità di difendersi (per venire incontro alle necessità di questi ultimi fu creato lo sportello sindacale Anti-querele intitolato a Roberto Morrione, fondatore e Presidente di Libera Informazione e già direttore di RaiNews24). Anche il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, ha voluto inviare un suo messaggio esprimendo la sua solidarietà verso Report e tutti i giornalisti: «Milena (Gabanelli, conduttrice di Report ndr.) sia il simbolo di una battaglia che riguarda tutti».

Domenico Cavazzino

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