Durante gli ultimi due mesi di quarantena il prezzo delle azioni di Zoom, il colosso della videoconferenza e della conversazione virtuale, è salito vertiginosamente, superando, almeno temporaneamente, perfino Uber. Un dato significativo di come lo smart-working stia rivoluzionando completamente il modo di lavorare, dimostrandosi per le aziende una risorsa valida per ridurre i costi fissi, ridimensionare gli spazi di lavoro e risparmiare sui costi di trasporto.
Ma se da una parte il telelavoro è da considerarsi una vera e propria risorsa, dall’altro presenta quanto meno criticità che andrebbero approfondite. Proprio ieri l’appello delle giuriste italiane che chiedono una regolamentazione del telelavoro.
A tal proposito, un rapporto ADAPT, l’Associazione per gli studi internazionali comparati sul diritto del lavoro e le relazioni industriali, in collaborazione con l’Ufficio OIL per l’Italia e San Marino, presenta le decisioni del governo in merito alla questione smart-working.
Per facilitare lo smart-working, soprattutto per le pubbliche amministrazioni sono state introdotte incentivazioni economiche per la fornitura di dispositivi elettronici nonché ulteriori interventi di semplificazione. In particolare, si prevede che le amministrazioni pubbliche “siano esonerate da tutti gli obblighi informativi previsti dalla legge”.
Un’altra semplificazione riguarda l’accesso allo smart-working: la prima e fondamentale semplificazione è quella relativa al venir meno dell’obbligo di stipulare un accordo tra datore di lavoro e lavoratore per attivare tale modalità di svolgimento della prestazione lavorativa. La normativa straordinaria “prevede che tale modalità di lavoro possa essere unilateralmente disposta dal datore di lavoro, sempre nel rispetto dei principi generali dettati dalle disposizioni di legge ordinaria”.
Nel rapporto, vengono inoltre riportati i diritti e i criteri di priorità in relazione al telelavoro. Al fine di gestire l’adozione del telelavoro all’interno dei diversi contesti aziendali, “il legislatore individua alcune categorie particolari di lavoratori cui riservare prioritariamente lo svolgimento del telelavoro”.
In particolare, “un vero e proprio diritto al telelavoro è previsto a favore di lavoratori disabili o che abbiano all’interno del proprio nucleo familiare un disabile, a condizione che l’attività sia compatibile con lo svolgimento a distanza”.