Mentre l’Italia si affaccia verso un parziale ritorno alla normalità, il Coronavirus divide l’Europa in paesi già dentro l’agognata fase 2 e altri ancora piegati dall’emergenza.
Nel primo caso rientra la Germania, prossima a riaprire negozi e scuole. Un accordo siglato dalla cancelliera Angela Merkel e i primi ministri regionali prevede la riapertura delle scuole, comprese quelle materne e primarie, già a partire dalla prossima settimana. Gli istituti dovranno garantire il rispetto delle norme sanitarie e il distanziamento degli alunni. La riapertura delle università invece sarà deliberata dai singoli stati regionali. Pronti al ritorno anche i negozi, sebbene con i controlli all’ingresso per filtrare gli ingressi ed evitare la calca dentro le botteghe.
Tante nazioni dell’Unione stanno guardando al modello tedesco, per capire se la fase 2 è possibile senza ricadute in ambito sanitario. In realtà ieri si è registrato un aumento dei casi positivi e dei decessi in Germania, con 947 nuovi contagiati rispetto ai 685 del giorno prima, e 165 nuove vittime a fronte delle 139 precedenti. I prossimi bollettini provenienti da Berlino saranno molto importanti per la ripresa dell’Europa.
In difficoltà la Russia, dove per il quarto giorno consecutivo si registrano oltre 10.000 nuovi casi di Coronavirus in appena ventiquattro ore. In totale sono 165.969 le persone contagiate nel Paese dall’inizio della pandemia, con 1.537 vittime. Grave la situazione a Mosca, che vede 5.858 cittadini positivi al Coronavirus in più in un solo giorno, per un totale di 85.973 casi. Così la sola capitale ha superato tutta la Cina per numero di persone contagiate, con un aumento giornaliero attestato al 7,3%.
In Spagna, dove la maggioranza delle attività è ancora chiusa per lockdown, lieve aumento delle vittime per Coronavirus, con 244 decessi nel confronto con lunedì. Il totale dei decessi arriva quindi a 25.857, con 220.325 casi accertati nel Paese, di cui 996 soltanto ieri.
Nella notte il Senato francese ha approvato in prima lettura un disegno di legge che estende lo stato di emergenza sanitaria fino al 10 luglio. L’iniziativa apparentemente stride con l’imminenza della Fase 2 e la riapertura di numerose attività a partire dall’11 maggio. Finora il Coronavirus nel paese ha provocato 25.531 morti, di cui 330 nelle ultime 24 ore.
Il Regno Unito è ancora in piena emergenza sanitaria e ha ormai superato l’Italia per numero di vittime, con oltre 30.000 decessi. Questo triste primato mette in cattiva luce l’operato del governo di Boris Johnson, in particolare l’iniziale minimizzazione dell’epidemia e la decisione di fare scattare il lockdown generale soltanto il 23 marzo. Secondo l’Ons, l’Istat britannica, sono 32.375 i sudditi di sua Maestà sparsi tra Inghilterra, Galles, Scozia e Ulster morti a causa del Covid-19. Londra, inizialmente la capitale europea più scettica, è adesso lontana dalla Fase 2. Lo stesso premier, già colpito in prima persona dal virus, appare incerto sul da farsi.
A peggiorare il quadro anche lo scandalo riguardante il professore Neil Ferguson, super consulente all’emergenza del governo britannico. Il luminare dell’Imperial College di Londra, artefice della svolta hard dell’esecutivo, è stato costretto a lasciare la task force governativa e a ritirarsi dalla lotta al virus perché “pizzicato” con l’amante, l’attivista progressista Anna Staats, sposata. In pratica il guru della lotta al Coronavirus incalzava i britannici a stare a casa e ad annullare la vita sociale ma almeno due volte, stando a un’inchiesta del Daily Telegraph, riceveva l’amante, in sfregio alle regole imposte da lui stesso. Il professore non ha smentito l’accusa e si è scusato, ma la sua missione è finita.