Si è aperta in queste ore una nuova spaccatura nella maggioranza di governo, che rischia di minare la stabilità dell’esecutivo, già messa a dura prova da altri temi. Il terreno di scontro è la regolarizzazione degli immigrati impegnati nei lavori agricoli e domestici (colf e badanti). “La questione mi pone di fronte a una riflessione attentissima, per me è motivo anche di permanenza nel governo. Non sono qui a fare tappezzeria”, ha avvisato la ministra dell’agricoltura di Italia Viva, Teresa Bellanova, promotrice della misura che regolarizzerebbe 600mila lavoratori stranieri, dopo la chiusura del Movimento 5 Stelle.
Durante il vertice tra il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, la stessa Bellanova e il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, la rappresentante della delegazione pentastellata aveva infatti annunciato la contrarietà del Movimento a inserire la misura nel decreto “maggio”.
Non è servita a superare il niet dei grillini la proposta di una sanatoria light, 300-400 mila regolarizzazioni invece di 600, avanzata dalla titolare del Viminale. All’interno dei 5 Stelle convivono anime con sensibilità diverse sulla questione: il presidente della Camera Roberto Fico è favorevole alla proposta mentre il ministro degli Esteri Luigi Di Maio fermamente contrario. Quindi l’unica via per il Movimento è quella di rimandare il problema, magari affidandolo direttamente nelle mani del premier Giuseppe Conte.
A chiarire ulteriormente è stato proprio il capo politico dei pentastellati Vito Crimi: “No a sanatorie per i lavoratori dell’agricoltura stile Maroni”, citando l’ex ministro dell’Interno, per respingere le accuse di leghismo provenienti dagli altri partiti della maggioranza. “Il tema deve essere quello dell’emersione del lavoro nero e della lotta al caporalato, non la regolarizzazione degli immigrati irregolari”, ha poi specificato Crimi.
C’è quindi una situazione di stallo nella maggioranza. Da una parte il Pd (promotore dell’estensione della regolarizzazione anche a colf e badanti), Iv e Leu, dall’altra, isolato, il M5s. Resta ora da vedere se la minaccia di dimissioni della Bellanova avrà un seguito o se rientra nella strategia di logoramento al premier portata avanti dai renziani.
Nel frattempo le pressioni per inserire le regolarizzazioni nel decreto maggio arrivano anche dalla Cgil: “Non abbiamo ricevuto risposta dal governo. Bisogna capire che questo sarebbe non solo un atto solidaristico, ma anche di intelligenza per combattere lavoro nero, caporalato e criminalità organizzata”, ha detto il segretario Maurizio Landini.
Dall’opposizione sono forti le critiche alla proposta: “E’ allarmante la notizia che un ministro di un settore strategico come l’agricoltura minacci le dimissioni per le liti nel governo su questa proposta”, ha detto il leader della Lega Matteo Salvini, ribadendo la contrarietà a “una maxi-sanatoria che sarebbe un pessimo segnale nei confronti di chi ha sempre rispettato le regole”. Duro anche il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri: “Sarebbe intollerabile regolarizzare 600mila clandestini mentre commercianti, artigiani e famiglie sono senza cassa integrazione, erogazioni a fondo perduto e prestiti dalle banche”.