“Questa mattina anche il Distretto Turistico delle Dolomiti Bellunesi ha citato in Tribunale il ministero della Sanità della Repubblica Popolare Cinese”. A riferirlo in esclusiva a Lumsanews è l’avvocato Marco Vignola, che già nel mese scorso aveva firmato l’atto – depositato al Tribunale di Belluno – con cui l’Hotel La Poste di Cortina ha chiesto conto e ragione della sua gestione al Paese da cui ha avuto origine la pandemia del Covid-19: “Sosteniamo che ci sia stato un grandissimo ritardo nell’aver fornito informazioni riguardo al virus. È stato come un ciclone non segnalato per tempo. A nostro avviso vi sono gravissime inadempienze”.
Di che ordine di danni stiamo parlando?
“Per quanto riguarda il Distretto delle Dolomiti, si tratta di milioni di euro. Questa mattina abbiamo depositato l’atto, ma stiamo lavorando anche su Torino e Salerno. Sono molti gli imprenditori che si stanno muovendo in questa direzione, sia al Nord che al Sud. La nostra potrebbe essere una causa pilota”.
E come crede che risponderà la Repubblica Popolare Cinese?
“Credo che si difenderà con un pool di avvocati. Avranno le loro tesi, magari ci sarà l’avvocato dell’Ambasciata. Ma sarà un magistrato a decidere. Noi crediamo che sia stato recato un grave danno alle nostre attività. Basta pensare a un Hotel, come il De La Poste di Cortina, che a un mese dai Campionati mondiali di sci alpino e con il tutto esaurito, si vede obbligato a chiudere, con conseguenze drastiche, come il licenziamento dell’intero personale e la disdetta dei contratti di fornitura”.
È un problema comune a tutte le attività.
“Sì, infatti. Per questo credo che sia importante andare a fondo in questa vicenda. Anche l’avvocatura deve dare il suo contributo nella tutela dei cittadini. Ed è per questo che ho deciso di citare in Tribunale per la prima volta la Repubblica Popolare Cinese”.
In molti infatti stanno seguendo la sua scia, come alcuni imprenditori del Canavese.
“Sì, mi auguro che possiamo essere sempre di più. Ma noi abbiamo citato soltanto il ministero della Sanità cinese, loro anche l’Organizzazione mondiale della Sanità e il ministero della Salute italiano”.
E infatti dopo l’iniziativa dell’hotel De La Poste di Cortina e dell’avvocato Marco Vignola, si sono attivate anche altre attività. In Piemonte, nel Canavese, due imprenditori piemontesi hanno fatto causa alla Cina: Rudy Benco – proprietario dell’Hotel Ritz di Chivasso e del’Hotel Rondissone – e Mauro Cortese, titolare dell’Hotel Astoria di Cuorgnè: “Siamo in ginocchio per colpa delle vostre omissioni”.
L’accusa – anche in questo caso – è quella di non aver diffuso per tempo le informazioni riguardanti la diffusione del virus, provocando – come si legge nell’atto depositato al Tribunale di Ivrea dall’avvocato Andrea Bertano – la “chiusura anticipata dell’hotel e di tutti i servizi connessi, con conseguenza disastrose anche per il licenziamento dell’intero personale e la dispetta dei contratti di fornitura, così come avvenuto per tutte le altre strutture ricettive. A tutto ciò si aggiunge il danno non patrimoniale”.