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HomeCronaca “Abusi sui minori favoriti dalla pandemia, servono più reti di comunicazione”

Pedofilia e Coronavirus
durante la quarantena
aumentano gli adescamenti

Don Di Noto (ass.ne Meter) a Lumsanews

"Lockdown favorisce gli abusi familiari"

di Francesco Muccino05 Maggio 2020
05 Maggio 2020

PONTEDERA (PISA) 6 NOVEMBRE 2006 PEDOFILIA:CONVEGNO POLIZIA, PIU' DENUNCE, SPECIE IN FAMIGLIA -FOTO FRANCO SILVI/ANSA

Aumentano i casi di abusi sui minori durante il lockdown causato dall’epidemia di Coronavirus. Lo rende noto l’Osservatorio mondiale contro la pedofilia (Osmocop), ufficio dell’associazione Meter, che rivela come le segnalazioni ricevute dal primo marzo siano aumentate del 40% rispetto ai mesi precedenti. E secondo i dati del dossier “Abuso sessuale e pedofilia”, relativi all’attività di Telefono Azzurro nel 2019, sono aumentati di oltre il 70% le segnalazioni sull’abuso sessuale offline: la maggior parte delle vittime ha meno di 10 anni e ad essere colpite sono prevalentemente le bambine.

La coabitazione coatta dovuta dall’emergenza ha aumentato il rischio di violenze su bambini e adolescenti. Fonte di rischio è anche il libero accesso ai social network, dove i minori più fragili possono essere facilmente adescati.

In occasione della Giornata Nazionale contro la Pedofilia, Lumsanews ha intervistato don Fortunato Di Noto, fondatore di Meter, per discutere degli ultimi dati e di come affrontare il fenomeno.

Don Fortunato Di Noto, lei ha parlato di 245 segnalazioni di abusi e adescamenti sui social network dal primo marzo a oggi. Il Telefono Azzurro segnala che il 47% delle vittime  ha meno di 10 anni e che nel 62% dei casi il responsabile è un familiare. Come commenta questi dati?

Nel periodo del lockdown c’è stata un’esplosione di pedofili attraverso chat social: questa è la dimostrazione che la pandemia non ha fermato i pedofili o la diffusione di materiale pedopornografico. Il problema non riguarda solo le famiglie, ma anche strutture criminali organizzate. Spesso è una componente dell’ambito familiare che può portare anche all’esposizione del corpo digitalizzato erotico dei bambini. Da una ricerca del Nyt dell’anno scorso emerge che il materiale pedopornografico nel web è così ingente da essere ormai indefinibile e incontrollabile. In questa storia ci marciano gruppi pedocriminali che forniscono anche materiali a pagamento, moltissimo anche di neonati.

La quarantena ha modificato i rischi di adescamento?

La pandemia ha sicuramente favorito gli abusi nell’ambito familiare. Molti bambini non hanno mai segnalato l’allarme a chi può contrastare il fenomeno, e ciò è accaduto anche con la complicità del silenzio familiare. Inoltre, ai bambini sono stati dati smartphone favorendo l’iscrizione in piattaforme social senza vigilanza, rendendoli automaticamente esposti. È un problema molto grave: i danni sono permanenti sui bambini e non si possono superare facilmente.

Il Telefono Azzurro ha predisposto una guida per i genitori, sul tema dell’abuso sessuale online e offline, con consigli degli esperti per affrontare l’argomento con i figli e per supportarli in eventuali difficoltà. Secondo lei è sufficiente o serve altro?

La domanda è: le guide vengono lette? I genitori vogliono tutelare i loro figli? Abbiamo prodotto una vastità di materiale in tal senso anche noi di Meter. Le piattaforme di alcune società inoltre hanno anche messo regole di comportamento. Non siamo quindi all’anno zero. Se i dati sono in aumento significa che forse bisogna fare di più creando maggiori reti di comunicazione.

Cosa potrebbe fare il governo per prevenire e combattere il fenomeno degli abusi sui minori?

Prendere sul serio il problema. Lo Stato italiano ha leggi all’avanguardia, a cui ho molto contribuito, e altri Paesi ce le invidiano. Hanno detto di voler ricostituire un osservatorio contro la pedofilia, ma va fatto con serietà. Non c’è una continuità territoriale e, nonostante le leggi, bisogna prendere sul serio un problema che non è marginale. Pensate ai numeri e che dietro ai numeri ci sono bambini. Con neonati coinvolti, la politica dovrebbe mettersi subito d’accordo su come mobilitarsi e come agire, non solo basandosi sulla buona volontà. Il governo deve indirizzare bene questo tipo di lotta con scelte politiche innovative.

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