Il Coronavirus ha cancellato molte cose ma non l’edizione numero 104 dei premi Pulitzer, che quest’anno per la prima volta – a causa della pandemia – sono stati comunicati su Youtube.
Per la letteratura secondo Pulitzer in tre anni per Colson Whitehead, grazie al romanzo “I ragazzi della Nickel”, ispirato alla scuola-riformatorio per soli maschi Arthur G. Dozier di Marianna, in Florida, dove migliaia di bambini e ragazzi sono stati sottoposti a feroci abusi fisici e mentali.
A comunicare i prestigiosi riconoscimenti sulla piattaforma video di Alphabet, ieri, dal salotto di casa, è stata l’amministratrice dei premi Diana Canedy. “In tempi difficili come i nostri è più importante che mai far capire che il giornalismo non si è mai fermato nonostante coordinati sforzi di sabotare il loro lavoro”, ha sottolineato l’amministratrice. I premi sono una tradizione dal 1917, l’anno prima dello scoppio della pandemia spagnola, come ha fatto notare la Canedy. Dovevano essere annunciati quest’anno il 20 aprile, ma il Coronavirus ha costretto al rinvio.
Il New York Times ha vinto nella sezione affari internazionali con servizi sulle interferenze in politica estera della Russia di Putin culminati nelle elezioni americane del 2016 e si è aggiudicato anche il premio nella prestigiosa sezione del giornalismo investigativo per la maxi-inchiesta sulle irregolarità nell’industria dei taxi di New York.
Il Washington Post ha conquistato la medaglia per aver puntato i riflettori sugli effetti del cambiamento climatico. Nella categoria “interni” il Pulitzer è andato al Seattle Times per aver portato alla luce le scorciatoie adottate dalla Boeing nella produzione del B-737 Max, il jet protagonista di due tragedie nel 2019.
La Reuters ha vinto per la fotografia con le immagini delle manifestazioni di Hong Kong, il New Yorker per la satira politica con la copertina che raffigura l’Attorney General William Barr e il capo del Senato Mitch McConnell che lustrano le scarpe a Donald Trump.
Il riconoscimento per la televisione è andato a “The Central Park Five” di Anthony Davis, l’opera dedicata all’ingiusta condanna di cinque ragazzi di colore nel 1989 con l’accusa di aver violentato una jogger a Central Park.
Tra i vincitori anche i piccoli giornali di provincia come il Palestine Gazette dell’omonima cittadina texana.
Altra novità di quest’anno, l’introduzione di una nuova categoria, l’“Audio reporting”, per la crescente influenza del giornalismo multimediale e dei podcast. Il nuovo riconoscimento è stato tributato a “This American Life”, di Molly O’Toole del Los Angeles Times ed Emily Green di Vice News con “The Out Crows”, dedicato alle storie personali sullo sfondo della politica “Restate in Messico” del presidente Donald Trump.