Rimane ancora anonimo il supertestimone che sta rivelando pian piano la sua verità sul rapimento di Emanula Orlandi. Prima ha fatto ritrovare un flauto che sarebbe appartenuto alla quindicenne rapita il 22 giugno 1983 mentre andava a lezione di musica. Poi, nei cinque interrogatori dell’ultimo mese, ha aggiunto particolari alla vicenda. Tutti da riscontrare. Il nuovo clima. L’uomo ha dichiarato – secondo quanto riporta oggi il “Corriere della Sera” – di essere “uno dei principali telefonisti” del sequestro Orlandi, organizzato “da un nucleo di intelligence per esercitare pressioni sulla Santa Sede”. Nei mesi successivi al rapimento avrebbe incontrato “moltissime volte Emanuela, che restò a Roma fino al dicembre del 1983”. Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo ed il pm Simona Maisto sono cauti. Anzitutto c’è da chiedersi perché il teste parli dopo 30 anni. Ad una precisa domanda, M.F.A. ha risposto che confida nel “nuovo clima che si è creato in vaticano dopo l’elezione di Papa Francesco”.
La Gregori e l’attentato al papa. Il caso della Orlandi (cittadina vaticana) sarebbe direttamente collegato anche al rapimento di Mirella Gregori, la quindicenne italiana sequestrata, sempre a Roma, un mese prima di Emanuela, il 7 maggio 1983. Le sparizioni andrebbero spiegate a partire dall’attentato a Papa Giovanni Paolo II del 13 maggio 1981. Per sviare le indagini dalla pista bulgara ed esercitare pressioni sulla Curia, sarebbero state rapite le due ragazze. Gli autori sarebbero quindi gli appartenenti ad un gruppo che comprendeva anche sacerdoti e che agiva come una “lobby di controspionaggio”. Dopo essere stata rapita, la Gregori si sarebbe innamorata, secondo la fonte, di uno degli operatori e sarebbe tornata a Roma solo una volta, nel 1994, per salutare la madre. La Orlandi, invece, doveva essere liberata nei mesi successivi al sequestro. Ma l’appello del Papa all’Angelus del 3 luglio del 1983 diede risalto mondiale al caso e fece slittare – sempre secondo il supertestimone – i piani dei rapitori.
Orlandi e Gregori oggi. Le ragazze “non subirono violenze”. Fino a dicembre del 1983 Emanuela visse a Roma, prima in due camper e poi in due appartamenti. In seguito il gruppo “la trasferì all’estero, nei sobborghi di Parigi” dove potrebbe essere ancora viva. Come anche Mirella. Ma il supertestimone si ferma qui. Intanto il prossimo 22 giugno, data del rapimento, il fratello di Emanuela sta organizzando una fiaccolata che partirà dalla scuola di musica frequentata dalla giovane e arriverà alla sua abitazione.
Domenico Mussolino