Da oggi parte la Fase 2, quella di convivenza con il Coronavirus, e termina la lunga quarantena che ha chiuso il Paese per quasi 60 giorni. Tra ritorno al lavoro, passeggiate e visite a parenti e congiunti, gli italiani affrontano la ripartenza con responsabilità ma anche con ansia. “Sarà una nuova pagina che dovremo scrivere tutti insieme, con fiducia e responsabilità”, scrive il premier Giuseppe Conte su Facebook, affidandosi al buon senso dei cittadini. Perché da oggi, con l’apertura delle attività lavorative e industriali, oltre 4 milioni di italiani torneranno al lavoro. Le occasioni di un possibile contagio saranno quindi più numerose. “Come mai prima il futuro del Paese sarà nelle nostre mani. Serviranno ancora di più collaborazione, senso civico e rispetto delle regole da parte di tutti”, ha affermato via social il presidente del Consiglio.
Le sue parole sono state riprese dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese che, affidandosi al quotidiano La Stampa, ha invitato alla prudenza e al rispetto delle regole: “Siamo in una fase delicata, dobbiamo proteggerci e proteggere gli altri dal contagio”. Nonostante da oggi l’autocertificazione non sarà più indispensabile per alcuni spostamenti – come per andare al lavoro, passeggiata o attività sportiva – , il Viminale ha reso disponibile il nuovo modello di autodichiarazione, che si può scaricare direttamente dal portale del Viminale.
Gli appelli dell’esecutivo sono un monito per la cittadinanza affinché non cali l’attenzione sulle misure per contenere il contagio del coronavirus. Distanziamento sociale e mascherina sono le condizioni preliminari per consentire all’Italia di uscire dell’emergenza sanitaria e le prossime due settimane saranno decisive per comprendere l’efficacia delle misure finora adottate. Il timore di un nuovo lockdown è però dietro l’angolo. Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Speranza, su Repubblica ammonisce: “Non è finita. Se i contagi risalgono fra due settimane dovremo richiudere”. Ma è sulle misure indipendenti dei governatori regionali che si apre lo scontro con il governo. Il ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, ha deciso di impugnare l’ordinanza della Calabria, quella che ha portato alla governatrice Jole Santelli allo scontro con Roma. Boccia già la scorsa settimana aveva chiesto alla governatrice di ritirare il provvedimento (che consentiva le aperture di bar e ristoranti prima del 18 maggio), aggiungendo che tutti gli altri governatori hanno mostrato senso di responsabilità. Ma lei non arretra: “Tra una settimana faranno la stessa cosa”.