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HomeEsteri Fase 2, in Germania risale l’indice di contagio, piano per la ripartenza in Francia

Coronavirus ed Europa
Francia riparte l'11 maggio
Indice contagi tedesco sale

In Russia oltre 100mila casi accertati

Spagna, prime riaperture da lunedì

di Francesco Muccino29 Aprile 2020
29 Aprile 2020

epa08385698 A medical specialist wearing a protective suit waits for patients on SARS-CoV-2 coronavirus test in mobile laboratory at the deserted business center Moscow City in Moscow, Russia, 26 April 2020. Russian President Vladimir Putin extended the current nationwide lockdown with stay-at-home orders until the end of April in a bid to slow down the spread of the pandemic COVID-19 disease caused by the SARS-CoV-2 coronavirus. EPA/MAXIM SHIPENKOV

Con l’avvio dei piani per la Fase 2 in tutta Europa, emergono anche le criticità per mantenere sotto controllo la diffusione del virus. In Germania è risalito l’indice di contagio, mentre la Francia mette in dubbio la ripartenza per l’11 maggio se aumenteranno i nuovi contagi prima di quella data.

GERMANIA

In Germania l’indice di contagio R0, relativo alla giornata di lunedì 27, è risalito al valore di 1. Un segno della “fragilità” della situazione, come aveva più volte ribadito la cancelliera Angela Merkel nelle scorse settimane, commentando l’andamento dell’epidemia. Il Robert Koch Insitute ha poi aggiornato il dato sulla giornata di martedì 28 aprile a 0,9, ma l’attenzione resta massima considerato che a metà mese era attorno a 0,7.

In terra tedesca sono quasi 160mila i casi totali e oltre 3mila i morti, ma si fa pressione per proseguire con le riaperture e limitare i danni economici. Il partito di estrema destra Afd chiede un’accelerazione rapida per uscire dal lockdown, mentre hanno suscitato forti polemiche le parole di Boris Palmer, sindaco di Tubinga, che ritiene la chiusura utile solo per “salvare persone che tra mezz’anno morirebbero comunque di vecchiaia o malattia”.

FRANCIA

Approvato da una larga maggioranza di deputati il piano di riapertura presentato dal primo ministro Edouard Philippe. A partire dall’11 maggio, ad eccezione di caffè, bar e ristoranti, in Francia tutti i negozi e mercati all’aperto o coperti potranno riaprire, a condizione di rispettare le misure sanitarie. Slitta invece a giugno la riapertura delle scuole. Sarà possibile circolare senza autocertificazione “salvo per gli spostamenti di oltre 100 km dal domicilio, che saranno possibili soltanto per motivi imperativi, familiari o professionali”, specifica Philippe.

Ma “se gli indicatori non saranno rispettati, non faremo nessuna riapertura l’11 maggio”, sottolinea il premier francese, con il numero dei nuovi contagi al giorno che “deve mantenersi fra i 1.000 e i 3.000”.

SPAGNA

“Siamo in una situazione economica e sociale gravissima”, ha dichiarato ieri pomeriggio il premier spagnolo Pedro Sanchez, dopo aver annunciato che la fine del confinamento in Spagna avverrà in modo “graduale e asimmetrico”, a partire dal 4 maggio.

Dalla fine del lockdown ci vorranno da 6 a 8 settimane per riaprire tutto. Le scuole resteranno chiuse fino a settembre, con l’unica eccezione per i bambini, in modo da venire incontro alle esigenze dei genitori che torneranno a lavoro. Ma, sottolinea Sanchez, “il 4 e l’11 maggio non usciremo per strada come facevamo prima. Non ci si potrà spostare tra una provincia e l’altra, né tra le isole”.

Nell’ultimo giorno sono state 6.399 le guarigioni, il numero più alto dall’inizio della crisi, che porta il totale dei guariti a quasi 124mila.

GRAN BRETAGNA

Downing Street non conferma le indiscrezioni della stampa sull’ipotetico annuncio di un piano sulla ripartenza già per questa settimana: “Noi abbiamo fissato la data del 7 maggio per la prossima revisione delle misure di distanziamento sociale e il governo resta concentrato su quella scadenza”, dichiara un portavoce confermando la linea del premier Boris Johnson sul “frenare le impazienze” per un’alleggerimento delle restrizioni.

Nel frattempo da un’inchiesta divulgata dalla Bbc emerge una carenza strutturale di mascherine, visiere e camici causati da un decennio e oltre di tagli al sistema sanitario, a cui l’attuale governo non è riuscito a rimediare nonostante gli allarmi lanciati ancora prima dell’emergenza Coronavirus. Ciò potrebbe aver contribuito alle morti di medici, infermieri e operatori sanitari nel Regno Unito.

RUSSIA

In Russia il contagio continua a diffondersi: sono oltre 100mila i casi accertati dall’inizio dell’epidemia. Il centro operativo anti-Coronavirus, ripreso dall’agenzia di stampa Tass, fa sapere che nelle ultime 24 ore sono stati 5.841 i nuovi contagi, che portano a 99.399 i casi totali finora. I 108 morti in più portano il numero totale di vittime a 972, mentre le persone dimesse dagli ospedali sono state 1.830, portando il totale dei guariti a 10.286.

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