Le misure per la fase 2 dell’emergenza Covid-19 sono pronte per essere attuate. Durante la conferenza stampa tenuta ieri sera, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha presentato il nuovo decreto con tutte le misure per fronteggiare la pandemia.
Ma il decreto che permetterà un primo allentamento del lockdown, con una ripartenza, graduale e scaglionata, delle attività produttive e una ripresa della circolazione dei cittadini ha già scatenato il malcontento di alcuni. Nonostante il via libera alla celebrazione dei funerali, con un massimo di 15 partecipanti, per le messe non c’è stato alcun cambiamento.
“I vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”. È quanto sostiene la Conferenza Episcopale Italiana in una nota intitolata “Il disaccordo dei vescovi”.
“La Chiesa – proseguono i vescovi nella nota – ha accettato fino a questo momento con sofferenza e senso di responsabilità, le limitazioni governative assunte per far fronte all’emergenza sanitaria. Un’interlocuzione nel corso della quale più volte si è sottolineato in maniera esplicita che, nel momento in cui vengano ridotte le limitazioni assunte per far fronte alla pandemia, la Chiesa esige di poter riprendere la sua azione pastorale”.
A dare ragione alla Cei il Partito Democratico. Il dem Andrea Marcucci su Facebook scrive: “Credo che l’ammonimento dei vescovi italiani sia corretto. Non poter individuare ipotesi che prevedano il distanziamento sociale ma permettano le funzioni religiose sembra incomprensibile. Spero che il governo ci metta più attenzione”.
“Ci aspettavamo onestamente un’operazione più coraggiosa: si poteva, si doveva osare di più”, sostiene la ministra renziana delle Politiche agricole Teresa Bellanova, in un’intervista al quotidiano la Repubblica. “Con tutto il rispetto per la comunità scientifica, pensiamo che la politica debba assumersi maggiori responsabilità” aggiunge.