Il maggior numero di decessi a causa del Covid-19 si è verificato lungo il percorso dell’autostrada A21, che tocca alcune delle provincie più colpite dall’infezione in Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Val d’Aosta.
A rivelarlo è uno studio dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano coordinato da Carlo Signorelli, ordinario di igiene e sanità pubblica. I ricercatori hanno analizzato i tassi di mortalità della Pianura Padana provocati dal Coronavirus a partire dall’iniziuo dell’epidemia e fino al 17 aprile.
Ed è La Stampa a riportare i dati della ricerca sul suo sito: dalle analisi fornite dalle varie regioni del Nord emerge che è Piacenza la provincia maggiormente colpita dall’epidemia, con una media di 258,5 morti ogni 100mila abitanti. Numeri molto simili anche per l’area di Bergamo, con 255,9 morti a causa del virus sullo stesso numero di cittadini. Seguono quindi Lodi (247,8), Cremona (247,4) e Brescia (170,9). Tra i capoluoghi del Nord che superano le cento vittime si registrano Parma (132,6), Alessandria (108), Lecco (105) e Sondrio (100,6). Situazione più contenuta invece per città più grandi come Milano e Bologna, che segnano rispettivamente una media di 72,8 e 36,8 morti ogni centomila abitanti.
Commentando i dati, il professor Signorelli spiega come “questi dati ci dicono che l’epidemia non guarda ai confini amministrativi, ma alle grandi vie di comunicazione e di scambio. Le 12 province più colpite – prosegue – appartengono a quattro regioni diverse. Ciò testimonia che la diffusione ha seguito delle dinamiche che meritano di essere approfondite”.
Nella fase successiva la ricerca si concentrerà sui dati di mortalità per comuni e distretti: “L’obbiettivo è valutare i singoli focolai che, in un primo momento, sono probabilmente sfuggiti all’osservazione. E la quota di decessi non rilevati dal sistema di notifica Covid-19”, conclude Signorelli.