Il governo sta valutando la regolarizzazione dei circa 300mila collaboratori domestici che lavorano nelle case degli italiani. “Il Parlamento potrà valutare ed anche noi valuteremo, ma per ora siamo a livello di studio”, ha dichiarato il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. L’attenzione, per il momento, è rivolta ai lavoratori agricoli, spesso immigrati che lavorano in nero. Ma si tiene in grande considerazione anche la situazione di colf e badanti.
Per la regolarizzazione si stanno battendo Italia Viva e +Europa. “È il momento
giusto per fare questa battaglia di civiltà – spiega Matteo Renzi -. E, a chi mi dice: «Mandiamo a lavorare nei campi chi prende il reddito di cittadinanza», io dico che con me sfondate una porta aperta. Ma la regolarizzazione è cosa buona e giusta”, le parole del leader di Italia Viva. Gli fa eco Emma Bonino: “In Italia abbiamo 300 mila colf e badanti irregolari. Sono un sostegno indispensabile per i nuclei familiari. Affidiamo loro i nostri beni più cari ma spesso ce ne dimentichiamo”. Persone che, conferma l’ex ministro degli Esteri a Radio3, “non avendo i documenti in regola non possono prendere la patente, aprire un conto in banca e vivono nel terrore constante di essere fermate” secondo cui è “dunque importante dare un segnale e regolarizzarle”.
Un aiuto ai collaboratori domestici arriverà con il prossimo decreto del governo per sostenere l’economia alle prese con il coronavirus. Dei 20 miliardi previsti per il sussidio al reddito, 1,3 rafforzeranno la NASpI (indennità mensile di disoccupazione) e 1 miliardo servirà per il reddito di emergenza per chi non ha altri sostegni. L’attesa però è tutta sull’annunciata regolarizzazione.