Dopo quasi due mesi di chiusura totale, dal 4 maggio il Paese proverà a ripartire a regimi controllati. Come sarà possibile garantire quelle pratiche di sicurezza e distanziamento sociale che i cittadini hanno imparato, più o meno bene, a rispettare nelle limitatissime occasioni di evasione concesse in queste settimane?
Lo scoglio più difficile da superare è quello del trasporto pubblico, come ammesso dallo stesso Vittorio Colao, a capo della task force che guida l’Italia verso la “fase 2”. La premessa è che senza una decisa riduzione degli spostamenti, rispetto alla normalità pre-Coronavirus, sarebbe impossibile garantire la sicurezza dei viaggiatori.
Colao prevede che grazie al mantenimento dello smart working e alla chiusura delle scuole, per il momento, dovrebbero tornare a usare i mezzi pubblici solo il 15% dei lavoratori. La ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, ha confessato che il sistema, con le nuove regole di distanziamento, non sarebbe in grado di assorbire più del 40% dei viaggiatori abituali. In ogni caso rimane la regola del metro di distanza interpersonale e l’uso obbligatorio delle mascherine su qualunque mezzo pubblico, che potrebbe diventare obbligatorio.
Con gli spostamenti da regione a regione limitati all’osso, i mezzi su cui sarà più facile applicare le nuove misure saranno treni ad alta velocità e aerei. Per i primi è prevista la prenotazione a scacchiera dei posti. Per i secondi il distanziamento sarà garantito dal posto centrale vuoto. C’è chi pensa all’introduzione di barriere in plexiglass o tendine di stoffa tra i sedili. Non esiste però una linea comune europea sulle disposizioni da adottare in volo, con la conseguenza che ci si potrebbe trovare a viaggiare su aerei comunitari dove l’unica misura di sicurezza imposta è l’uso della mascherina.
Diversa la situazione per il trasporto locale. Negli autobus gli ingressi saranno ridotti del 40%, si pensa quindi a un sostanzioso potenziamento delle corse. Non ci si potrà sedere uno l’accanto e all’altro né di fronte, mentre la salita e la discesa avverrà solo dalle porte centrali e posteriori, per garantire la sicurezza dei conducenti.
L’accesso alle metropolitane potrebbe essere filtrato ai tornelli dal personale delle aziende di trasporto, per evitare assembramenti sulle banchine. Nei vagoni si entrerà solo quando un display segnalerà la disponibilità di posti liberi: le sedute saranno alternate e nessuno potrà viaggiare in piedi. Discorso simile per i treni locali, sui quali non è possibile prenotare la corsa: i posti saranno scaglionati e verrà aumentato il numero dei vagoni.