È atteso come evento clou della settimana, ma il vertice del Consiglio Europeo in programma oggi pomeriggio alle 15 rischia di essere soltanto un incontro di transizione. I capi di governo si vedranno in videoconferenza per tracciare le linee da seguire per la ripartenza economica dell’Unione.
Secondo fonti interne, la riunione di limiterà ad “appoggiare la decisione presa dall’Eurogruppo” sul piano per la ripresa da 540 miliardi di euro. Non ci sarà spazio, quindi, per discussioni sugli strumenti da mettere in campo per fronteggiare l’emergenza. In vista del vertice, la Commissione europea ha preparato un pacchetto di proposte, tra cui quella di aggiungere al prossimo bilancio Ue pluriennnale (2021-2027) un Recovery Fund dotato di 300 miliardi di euro, mentre nulla è stato detto sui Coronabond.
Poche certezze quindi per i 27 leader degli Stati Ue, chiamati a completare l’opera iniziata lo scorso 10 aprile dai ministri delle Finanze dell’Eurozona che comprendeva l’istituzione di un Mes “sanitario” senza condizionalità, l’accesso alla liquidità della Bei fino a 200 miliardi e il piano antidisoccupazione Sure da 100 miliardi.
La verità è che le posizioni tra i Paesi membri sono ancora molto distanti. Persistono le resistenze dell’Olanda sul Mes “libero” da condizioni, sul quale la Germania ha mostrato qualche apertura. Per appianare le divergenze tra Nord e Sud del continente, il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel aveva convocato lunedì scorso una riunione preparatoria con Giuseppe Conte, Pedro Sanchez, Emmanuel Macron, Mark Rutte e Angela Merkel, che secondo lo stesso presidente sarebbe stata “costruttiva”.
Ma la strada è ancora lunga. “Per la mutualizzazione del debito si dovrebbero modificare i trattati, e questo richiede tempo e il coinvolgimento dei parlamenti”, ha dichiarato la cancelliera Angela Merkel in un discorso al Bundestag, in vista del vertice. Una bozza di accordo tra Berlino e la Commissione c’è già, e lo ha reso noto la stessa Von der Leyen: l’impegno sarà di un migliaio di miliardi, dovrebbe essere agganciato al bilancio europeo 2021-2027, ma la gran parte della spesa dovrebbe concentrarsi nei primissimi anni. Tra l’altro, con la crisi è sospeso l’obbligo dei governi di co-finanziare con il proprio bilancio i fondi europei e ciò libererebbe molte risorse nazionali per altre esigenze.