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HomeEsteri Libia tra due fuochi, in mezzo a guerra e coronavirus

Libia stretta tra due fuochi
Contro guerra e coronavirus
cresce l'allerta a Tripoli

Il prezzo del petrolio ai minimi storici

L'Onu invoca la tregua umanitaria

di Tommaso Franchi23 Aprile 2020
23 Aprile 2020

epa02868274 A picture made available the 16 of August 2011 shows a man belonging to the rebel fighters, preparing an anti-aircraft machine gun, at a rebel military base in Benghazi, Libya, 13 August 2011. According to media report, At least 26 Libyan opposition fighters were killed in clashes with government troops in the eastern city of Brega on 16 August. The Benghazi-based Quryna daily also reported that most of the rebels were shot by snipers. Over 40 were injured in the clashes, rebels have been trying to take control of key cities in their push towards the capital Tripoli, to isolate leader Muammar Gaddafi. EPA/STR

La Libia tra due fuochi. La guerra e il coronavirus mettono in ginocchio Tripoli, che soffre davanti all’avanzata di due fronti da gestire. Un dossier dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) denuncia che la situazione al di là del Mediterraneo sta peggiorando giorno dopo giorno, tra danni umanitari e il crollo del prezzo del petrolio, ai minimi storici.

È passato un anno dall’inizio dell’offensiva su Tripoli e lo scenario è visibilmente mutato. Proprio l’esercito governativo ha riconquistato le città di Sabratha e Surman. Il sostegno della Turchia alle truppe di Fayez al-Serraj ha cambiato gli scenari, anche se il costo è molto alto: migliaia di vittime da una parte, danni economici dall’altra. Il mercato del greggio è ai minimi storici: un ribasso del 40% del prezzo del Wti al barile, raggiungendo gli 11 dollari, il minimo da 21 anni.

Proprio per questo l’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) invoca la “tregua umanitaria”, per aiutare la Libia a fronteggiare l’emergenza coronavirus. Attualmente in tutto il paese si contano 68 casi accertati e un decesso, ma il dato è destinato ad aumentare. Anni di guerra hanno portato alla mancanza di materiale sanitario, oltre a un sistema al collasso tra macchinari e medicinali mancanti. L’unico ospedale presidio contro il Covid-19, quello di Al Khadra, è stato bombardato tre volte nell’ultima settimana.

Negli ultimi anni in Libia ci sono stati più di duemila morti e circa 150mila sfollati. Ora il Paese si ritrova a fronteggiare anche l’emergenza coronavirus, mentre l’Onu si sta attivando per trovare una soluzione politica e un successore di Ghassan Salamé, ex inviato Onu per la Libia dimessosi recentemente. La situazione, però, sembra difficile da districare, con la Libia che adesso, oltre al fuoco dei fucili, deve affrontare anche il “mostro” del coronavirus.

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