“Dobbiamo essere consapevoli che dobbiamo riaprire perché lo sport è importante non solo come valore economico ma anche come valore sociale”. Vincenzo Spadafora, ministro dello Sport, tende una mano alle società di calcio della Serie A, in vista dell’incontro di oggi con il presidente di Lega, Gabriele Gravina. “Gradualmente potremo pensare di riaprire tutta la parte che riguarda gli allenamenti”, ha aggiunto Spadafora, durante il question time di questa mattina al Senato. Un messaggio all’assemblea dei club, che ieri ha decretato all’unanimità la volontà di tornare sui campi per concludere la stagione. Una delibera che trova il consenso di tutti, come non accadeva da tempo in Lega.
Due fattori hanno probabilmente influito sulla totale concordanza che ha sintetizzato la videoconferenza tra i presidenti di ieri: in primis il vivo appello della Uefa a concludere i campionati e le coppe nazionali, col rischio che chi non assolva ai propri oneri possa rimanere fuori dalle competizioni europee della prossima stagione. Una perdita economica insostenibile data la situazione attuale.
L’altro aspetto da tenere in considerazione è direttamente collegato alla seconda delibera venuta fuori dall’assemblea di ieri, anche questa dai consistenti risvolti economici. La Lega ha avuto mandato dalle società di A di salvaguardare i contratti con le pay-tv che detengono i diritti televisivi delle partite di campionato. Niente sconti o dilazioni per Sky e Dazn è la linea dei club, compatti per cercare di massimizzare i guadagni.
Profitti e sicurezza sono i due temi che tengono banco in questo momento. La salvaguardia della salute dei giocatori rimane l’altro principale tema di discussione attorno alla riapertura, alimentato ieri dalle dichiarazioni dell’attaccante dell’Inter, Romelu Lukaku. “Abbiamo avuto una settimana libera a dicembre. Siamo tornati e, giuro, che 23 giocatori su 25 erano malati”, ha detto Lukaku a Christian Vieri durante una diretta Instagram e aggiunge “abbiamo giocato in casa contro il Cagliari e dopo 25 minuti Skriniar ha dovuto lasciare il campo”. Il club nerazzurro smentisce e afferma che in tutto l’inverno sono stati registrati soltanto quattro casi di influenza, numeri in linea con le medie stagionali.