Tutte le stime effettuate disegnano un quadro economico compromesso, a livello globale, dalla pandemia di Covid-19, che ha costretto al lockdown Paesi di tutti i Continenti. Un primo dato certo è quello del mercato dell’auto, letteralmente crollato a marzo: in Europa sono state immatricolate 853.077 automobili, ovvero il 51,8 per cento in meno dello stesso mese dello scorso anno. Con tutta probabilità ad aprile i numeri saranno ancora più drammatici, perché le chiusure sono state più diffuse.
Andando ad analizzare il dato a livello nazionale, si può osservare che il trend rispecchia la durata del lockdown nei diversi Paesi: in Italia, dove la chiusura è iniziata prima, il mercato dell’auto ha perso l’85,4 per cento. Simili i dati di Francia, dove il calo è stato del 72,2 per cento, e Spagna, dove si è registrato un -69,3.
Più contenuto l’effetto, invece, in Germania, -37,7 per cento, e Gran Bretagna -44,4 per cento. Per quanto riguarda i singoli costruttori, Fiat Chrysler a marzo ha immatricolato 27.326 auto, il 74,4% in meno dello stesso mese del 2019 e ha chiuso il primo trimestre del 2020 con una contrazione del 34,5% sull’analogo periodo dell’anno scorso.
Per fronteggiare il momento di crisi, le case automobilistiche europee hanno già chiesto ai governi di adottare misure che incentivino gli acquisti e finanziamenti alle aziende della filiera delle quattro ruote. Il Centro studi Promotor, sottolineando “l’effetto devastante dell’emergenza coronavirus sul mercato dell’auto europeo”, propone di incentivare il ricambio con un sostegno finanziario a chi vende un’auto di più di dieci anni e ne acquista una nuova euro 6 o a emissioni zero.
Il modello da seguire, secondo Promotor, sarebbe quello dei primi incentivi alla rottamazione che nel 1997 consentirono al mercato un incremento del 38,8% e garantirono alle casse dello Stato un maggior gettito Iva, che coprì il costo degli incentivi. L’avanzo per l’erario fu di 1.400 miliardi di lire con un aumento del Pil, certificato da Banca d’Italia, dello 0,4%.