In occasione della Giornata per la libertà dell’informazione promossa dall’Onu (3 maggio), l’Italia si ferma a riflettere e a ricordare i giornalisti vittime di mafie e terrorismo uccisi per la propria attività professionale e quelli che hanno perso la vita mentre facevano informazione dai fronti di guerra. Il 3 maggio, dunque, al via a un incontro commemorativo, perché il passare del tempo non affievolisca il ricordo di chi si è speso per un giornalismo senza veli.
L’appuntamento quest’anno (VI edizione) è a Perugia, la città che diede i natali a Walter Tobagi e Enzo Baldoni. Voluto dall’Unione Nazionale Cronisti italiani, dall’Associazione stampa umbra, l’Ordine dei giornalisti dell’Umbria e Libera Umbria, l’evento avrà inizio a partire dalle 10, presso la sala della consiglio della Provincia di Perugia, in piazza Italia.
Tra le testimonianze più attese, quelle di Alberto Spampinato, fratello di Giovanni, ucciso dalla mafia nel 1972 “perchè dato una notizia che tutti sapevano ma che nessuno osava pubblicare” . Spampinato – guarda l’intervista di LumsaNews qui: http://www.youtube.com/watch?v=Fmnf2kaiUaw – è oggi direttore di Ossigeno, l’Osservatorio sull’informazione giornalistica e sulle notizie oscurate che lavora per denunciare le aggressioni fisiche e le intimidazioni che continuano ad affliggere i giornalisti italiani e la loro libertà di stampa a motivo di inchieste scomode e sgradite. Tra questi, anche Marilù Mastrogiovanni ed Ester Castano, che porteranno la loro testimonianza all’incontro perugino, facendo luce su una condizione dei professionisti dell’informazione oscura a molti.
I lavori sono aperti anche (soprattutto) ai giovani: parteciperanno alla Giornata gli studenti del liceo scientifico “Galileo Galilei” di Perugia, che hanno aderito al progetto “lotta per la legalità. Lotta alla criminalità organizzata”, promosso dal collettivo studentesco ‘Nuntius’.
Un fil-rouge, dunque, è quello che ripercorerrà la storia di chi per raccontare è caduto per mano del fascismo: Piero Gobetti, Giovanni Amendola, Carlo Merli, Enzio Malatesta; della mafia siciliana: Cosimo Cristina, Mauro De Mauro, Giovanni Spampinato, Giuseppe Impastato, Maria Francese, Giusepppe Fava, Mauro Rostagno, Giuseppe Alfano; dalla camorra: Giancarlo Siani, Carmine “Mino” Pecorelli; dalle Br: Walter Tobagi e Carlo Casalegno. Sul fronte di guerra, hanno perso la vita uccisi: Almerigo Grilz (Mozambico), Antonio Russo (Cecenia), Marco Luchetta (Bosnia), Guido Puletti (Bosnia), Alessandro Ota (Bosnia), Dario D’Angelo (Bosnia), Ilaria Alpi (Somalia), Miran Hrovatin (Somalia), Maria Grazia Cutuli (Afghanistan), Raffaele Ciriello (Palestina), Marcello Palmisano (Somalia), Enzo Baldoni (Iraq), Fabio Polenghi (Thailandia) e Vittorio Arrigoni (Gaza).
Anna Serafini