Sventato import illegale di mascherine a Torino. La Guardia di finanza del capoluogo piemontese ha sequestrato questa mattina 400 mila mascherine arrivate in Italia illecitamente dalla Cina con lo scopo di essere vendute a privati e farmacie. Nei guai sono finiti quattro imprenditori cinesi. Alla frontiera hanno dichiarato che il materiale era destinato a “servizi essenziali”, per usufruire dello “svincolo diretto”, ma l’informazione si è in seguito rivelata falsa. Secondo gli inquirenti, coordinati dai pm Vincenzo Pacileo, Marco Gianoglio e Alessandro Aghemo della Procura di Torino, i quattro avrebbero dichiarato il falso. Attraverso la stessa procedura parrebbe infatti che il gruppo avesse nei piani di importare, in una settimana, altri 5 milioni di dispositivi di protezioni individuale.
Dalle indagini è poi emerso che la sede operativa e legale dell’azienda attraverso la quale i quattro stavano intentando questo import era in realtà inesistente, tanto che le prime 100 mila mascherine sono state trovate in un ristorante di sushi di Orbassano (Torino). Dopo il sequestro il prezioso carico di dispositivi sanitari finirà alla Protezione Civile, che provvederà a distribuirlo nelle zone dove più sarà necessario.
Meno di sette giorni fa a Roma si era aperta un’altra inchiesta legata alla produzione di mascherine. I militari del Comando provinciale della Guardia di finanza della Capitale hanno portato in carcere Antonello Ieffi. Due giorni fa si è svolto a Regina Coeli il suo interrogatorio di garanzia. L’imprenditore 42enne originario di Cassino è accusato di turbativa d’asta e inadempimenti di contratti di pubbliche forniture. Con una società era riuscito ad aggiudicarsi un appalto da quasi 16 milioni di euro per la fornitura di oltre 24 milioni di mascherine. Ma grazie alla denuncia di Consip la gara è stata sospesa e sono scattate le indagini degli inquirenti, culminate con l’arresto di Ieffi lo scorso 10 aprile.