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HomePolitica Covid-19, polemica Lombardia: Fontana ce l’ha con tutti, Pregliasco difende la Sanità

Covid-19, la Lombardia
contro il governo
È polemica con i sindaci Pd

Il virologo Pregliasco difende Fontana

Borrelli: "Inviato supporto necessario"

di Tommaso Coluzzi03 Aprile 2020
03 Aprile 2020

Il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana visita l'ospedale allestito in Fiera a Bergamo per volontà dell'associazione nazionale alpini e grazie a Confartigianato imprese Bergamo, 1 aprile 2020. ANSA/Tiziano Manzoni

La Lombardia contro il governo, contro la Protezione Civile, contro i sindaci lombardi di centrosinistra. Attilio Fontana non si trattiene quasi più, anche se continua a dire di voler evitare le polemiche. Ma in una regione che conta – ufficialmente, ma sappiamo bene che sono di più – quasi 8mila morti e 50mila contagiati, la tensione è alle stelle e le domande iniziano a essere sempre di più e sempre più insistenti. Dopo i primi 90 casi nel lodigiano scattò subito la zona rossa, era il 21 febbraio. Mentre nel bergamasco, nonostante il 28 febbraio ci fossero più di 100 contagi fu deciso di aspettare. “Sicuramente la Lombardia sconta almeno 12 giorni di ritardo nelle chiusure. E non per colpa sua”, spiega Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi di Milano, al Corriere della Sera. “A me risulta che dalla Lombardia fosse stato subito chiesto di bloccare tutto, ma Roma ha temporeggiato”.

Attilio Fontana, anche lui al Corriere, si racconta come se fosse accerchiato, in difesa della regione che amministra: “Prima hanno detto che sono stati gestiti male gli ospedali, poi hanno puntato sulle forniture di mascherine – spiega – adesso arriva la lettera dai sindaci di centrosinistra con domande alle quali ho risposto non so quante volte, in videoconferenze e colloqui quotidiani”. I primi cittadini di diversi comuni lombardi – capitanati da Beppe Sala e Giorgio Gori, sindaci di Milano e Bergamo – avevano chiesto delucidazioni a Fontana in merito sulla data di inizio dei test sugli anticorpi in regione e soprattutto sulla fornitura di mascherine. “Oggi ne riceviamo pochissime, le dobbiamo andare a cercare in Cina – ha spiegato Sala – vorremmo capire chi ce le deve fornire”.

Proprio sulle mascherine si è concentrato lo scontro tra Fontana e il presidente della Protezione Civile, Angelo Borrelli. “Mandiamo in Lombardia dispositivi di protezione, medici e tutto il supporto necessario. Abbiamo inviato la maggior parte di aiuti rispetto alle altre regioni: su 45 milioni di mascherine, alla Lombardia è andato il 17% – ha spiegato ieri Borrelli in conferenza stampa – è una regione a cui daremo sempre il supporto maggiore”. Ieri Fontana aveva accusato Roma di mandare “solo briciole da un mese e mezzo” alla sua regione, mentre oggi ha insistito: “La Protezione civile ci ha aiutato meno di quanto ci aspettassimo”. Anche se le istituzioni continuano a sottolineare quanto gli sforzi si siano concentrati negli aiuti alla Lombardia.

Tra gli altri temi di accusa all’amministrazione Fontana e al sistema sanitario della sua regione c’è quello di aver agito diversamente rispetto al Veneto. Qui fu dichiarata zona rossa a Vo’ e il presidente Luca Zaia stabilì da subito una diversa ricerca dei contagiati, estendendo la platea dei tamponi anche a chi di sintomi ne aveva pochi. Una scelta in controtendenza rispetto al resto d’Italia ma che, secondo molti, avrebbe pagato in prevenzione. “Il Veneto è stato investito da un temporale, noi da un uragano”, si difende Fontana. “Il problema è che lì c’è stato un focolaio, qui un incendio”, spiega Pregliasco. Cambia l’elemento ma il senso è lo stesso: la Lombardia ha fatto il massimo, dicono.

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