I casi di Coronavirus si avvicinano velocemente alla soglia del milione a livello globale. È quanto emerge dall’ultimo bollettino della John Hopkins University, che indica un bilancio dei contagi nel mondo a quota 935.817, con 47.208 morti e 193.700 guariti.
La Cina torna in quarantena
Anche quando la situazione sembra aver preso la china della normalizzazione, il Coronavirus può riportare un Paese in quarantena. Da ieri, in Cina, nella provincia di Henan, ci sono 600.000 persone in isolamento, per l’esplosione di un nuovo focolaio, stavolta in un ospedale. Chiusi di nuovo i cinema e alcune attrazioni nazionali, bloccati i voli con l’estero nel Paese che sembrava aver visto la luce alla fine del tunnel. È questa la realtà con cui il mondo dovrà cominciare a fare i conti, un saliscendi di criticità che forse avrà fine solo con la scoperta di un vaccino.
La rinnovata paura cinese ha conseguenze anche su tutte le nazioni vicine. A Hong Kong, dove il contagio era stato limitato anche senza il ricorso alla quarantena, i numeri aumentano pericolosamente. Ieri i nuovi casi sono stati 51, uno dei peggiori bilanci mai registrati nell’ex colonia britannica. Per la maggior parte si tratta di studenti rientrati dall’Europa, che adesso sono posti sotto stretta sorveglianza, controllati con braccialetti elettronici.
Fioccano ovunque le restrizioni, anche nei Paesi che erano riusciti a tenere le maglie del contenimento più larghe, come Giappone e Corea del Sud, dove è stata imposta la quarantena a chi rientra dall’estero.
Duterte ordina di sparare a chi viola la quarantena
Niente a che vedere, comunque, con l’ultima misura che il presidente filippino, Rodrigo Duterte, ha presentato ieri durante un discorso pubblico. “I miei ordini alla polizia e ai militari, compresi i funzionari dei villaggi, sono che se ci sono problemi o sorge la situazione in cui le persone combattono e la tua vita è in pericolo, di sparare e uccidere”. Sparare a vista a chi non rispetta la quarantena. Il capo della Polizia ha comunque affermato che i suoi agenti non lo faranno.
La situazione in Europa
Dopo Stati Uniti e Italia, è la Spagna il Paese al mondo con il maggior numero di casi positivi al Coronavirus. Ieri si è superata la soglia dei 100.000 contagi e dei 9.000 decessi, 864 nelle ultime 24 ore. Madrid si prepara ad affrontare una tragica crisi economica, dopo che ieri il governo ha comunicato che nel solo mese di marzo i disoccupati sono aumentati di 300.000 unità.
E anche nei Paesi dove il mercato è più solido i problemi non mancano. In Francia, dove il numero dei morti ha superato quota 4.000, si combatte contro l’emergenza sanitaria, con gli ospedali di Parigi ormai completamente al collasso.
La stessa Germania ha deciso di prolungare le misure restrittive fino al 19 aprile per cercare di rallentare il contagio, che pare non avere freni e si appresta a toccare gli 80.000 casi.
Ieri il governo britannico ha deciso il rinvio della conferenza internazionale sul clima in programma a novembre a Glasgow. Non ci sarà quindi la Cop26, organizzata in collaborazione con l’Italia e che avrebbe previsto incontri preparatori a Roma e Milano.
Africa, Sud America, Israele
A preoccupare è anche la situazione africana, dove il rischio contagio rimane elevatissimo per la scarsità di strutture per limitare la diffusione del virus. Il primo Paese per numero di casi rimane il Sudafrica (1380), ma peggioramenti si registrano praticamente ovunque.
Nel Maghreb, ad esempio. La Tunisia registra 432 casi positivi e 12 morti, mentre in Algeria, un Paese da 847 pazienti positivi, il numero dei malati ieri è salito di 131 unità.
L’America Latina e i Caraibi hanno oltrepassato la soglia di 20 mila casi di Covid-19, secondo un conteggio dell’Afp. I contagi al primo aprile sono 20.081 e i morti sono 537. Il Paese più colpito è il Brasile con 5.717 casi e 201 vittime. Dati che tuttavia non riflettono che una frazione del numero reale di casi perché molti Paesi sottopongono a test solo le persone più gravi che devono essere ricoverate in ospedale.
Numeri in crescita anche in Israele, uno dei Paesi più colpiti al mondo per numero di abitanti (6.221, oggi). Nei giorni scorsi il ministro della Sanità era stato trovato positivo al virus e da oggi in via preventiva si trova in quarantena Yaakov Litzman, capo del Mossad.