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HomeCronaca Roma ha contenuto i contagi dopo turisti cinesi positivi: “Ma rischia nella fase due”

Roma ha contenuto i contagi
dopo turisti cinesi positivi
"Ma rischia nella fase due"

L’epidemiologo Ciccozzi lancia l'allarme

in vista della riapertura delle attività

di Giuseppe Galletta02 Aprile 2020
02 Aprile 2020

People walk at Termini station in Rome, Italy, March 27, 2020. A stop to the positive trend of the last few days: the number of new sick people in Italy goes up again, but fortunately the contagion curve continues to slow down. After four days of decline, the number of new coronavirus positives in the country is once again rising. In the last 24 hours there are 4,492 more patients, for a total of over 62 thousand people currently affected by Covid-19. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Da quando il Covid-19 è comparso per la prima volta in Italia, si è assistito ad una crescita esponenziale dei casi di contagio concentrati principalmente in Lombardia. Ci si aspettava che l’espansione del virus avvenisse con un’intensità simile anche in altre città. Paradossale il caso di Roma. Qui il 29 gennaio due turisti cinesi furono ricoverati e poi scoperti positivi al coronavirus, ma nonostante fossero i primi due casi non si registrarono le drammatiche conseguenze viste nei paesi del nord Italia.

Secondo Massimo Ciccozzi, virologo e responsabile dell’unità di Statistica medica ed epidemiologica dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, intervistato da Il Messaggero, “la coppia di Wuhan ha fatto capire che bisognava agire subito ed ha aiutato la città di Roma ad evitare una diffusione massiccia del contagio”.

Per gli esperti il capoluogo laziale rischierà di più quando ci sarà la “fase due”, quando cioè , non prima di maggio, ci saranno parziali riaperture e possibilità di spostamento. Nella città con il più alto numero di turisti in Italia, le probabilità di una seconda ondata di contagio è alta.

“Un mio studio fatto sui due turisti cinesi ha dimostrato che erano già infetti cinque giorni prima di arrivare a Roma. Averli individuati a fine gennaio ci ha fatto capire che potevamo avere un problema. Abbiamo fatto partire subito i meccanismi di isolamento e delle quarantene. Per ogni caso successivo nel Lazio si è sempre riusciti ad individuare tutti i contatti ed isolarli”, ha spiegato il medico.

Nel Lazio il servizio nazionale per le malattie infettive (Seresmi) ha funzionato bene. I medici “cacciatori del virus” hanno ottenuto risultati ricostruendo le varie catene di contagio: dalla signora di Fiumicino che era stata a Milano a vedere Atalanta-Valencia, al poliziotto del commissariato di Spinaceto, da cui si è partiti per le verifiche nella scuola del figlio a Pomezia.

L’epidemiologo però non si sente di fare ancora previsioni ottimistiche: “Non mi parlate di pericolo scampato. Il momento più pericoloso è quando la curva comincia a scendere, la gente si rilassa e pensa che è finita. Ma sarà finita soltanto dopo tre o quattro settimane in cui ogni giorno i nuovi casi sono a zero”.

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