L’epidemia causata dal Coronavirus è senz’altro la più grande crisi sanitaria che l’Italia ha mai dovuto fronteggiare.
La nostra è stata una delle prime nazioni a dichiarare lo stato di emergenza. Si tratta di una misura che permette di agire in deroga alla normativa vigente, ma sempre nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico.
Governo, Protezione civile, regioni, Istituto superiore della sanità, Ministero della Salute. Sono molti gli attori coinvolti nella gestione di questa crisi. Come sono molte anche le scelte che vengono prese ogni giorno. Decisioni sia legislative che amministrative.
Si tratta di una serie di atti necessari per gestire la situazione emergenziale che stiamo vivendo e che la fondazione Openpolis ha raccolto. L’obiettivo è comprendere come le varie istituzioni siano coinvolte nella gestione della pandemia.
Dal 22 gennaio, giorno precedente la diffusione della notizia della positività della coppia di cinesi all’hotel Platino di Roma, le maggiori istituzioni del nostro Paese hanno prodotto numerose ordinanze, circolari e decreti.
Sono in tutto 144 gli atti messi in campo dalle istituzioni pubbliche. Il Ministero della Salute è l’organo che ha prodotto più atti: ben 54 documenti. Ci sono poi la Protezione civile, con 48 atti e la Presidenza del consiglio dei Ministri che ha emanato 14 provvedimenti. L’Istituto superiore di sanità, invece, è fermo a 9. Tre sono i documenti diffusi dal Ministero dei Trasporti. Il Viminale, il Commissario straordinario Arcuri e il Parlamento, infine, hanno prodotto un solo documento a testa.
Tra i provvedimenti più rilevanti ci sono i decreti della Presidenza del Consiglio, pubblicati in Gazzetta Ufficiale dal 23 febbraio al primo aprile.
Nel provvedimento, quello che risale al 23 febbraio, sono state stabilite tutte le misure urgenti da adottare per contenere la diffusione del virus. Misure che in parte ricalcavano quanto già disposto da Regione Veneto e Regione Lombardia. Proprio in quei giorni infatti è scoppiato il caso dei primi due focolai a Codogno, in provincia di Lecco, e a Vo Euganeo, in provincia di Padova.
Un altro decreto di grande rilevanza è quello del 4 marzo. Con questo provvedimento l’Italia è stata suddivisa in divrse zone a seconda della gravità della diffusione del virus: zona rossa, gialla e verde.
Tra gli ultimi provvedimenti quello del 9 marzo, con cui è stato stabilito il cosiddetto LockDown.