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HomeCronaca “Non è aumentato il numero di persone che hanno bisogno. È aumentata la richiesta”

"Nelle mense di Roma i tempi
si sono dilatati per via
delle misure di sicurezza"

L'intervista a Marco Franzoni

volontario della Comunità di Sant'Egidio

di Alessandro Rosi30 Marzo 2020
30 Marzo 2020

Coperte e scatoloni utilizzati dai senzatetto a piazza Vittorio, dove una clochard di origini tedesche è stata violentata ieri sera sotto i portici, Roma, 13 febbraio 2018. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Le foto delle lunghe file davanti alla mensa dei poveri del Carmine di Napoli hanno fatto il giro del web. Ma qual è la situazione a Roma?
Lo spiega, intervistato da LumsaNews, Marco Franzoni, volontario della comunità di Sant’Egidio.

È aumentato il numero di persone nelle mense della capitale?

“No, il numero non è aumentato, ma è cresciuto il loro bisogno. Prima dell’emergenza queste persone riuscivano a rimediare un po’ di soldi e cibo in giro per la città grazie all’elemosina della gente e ai bar e ristoranti aperti. Ora non più. Tutti i locali sono chiusi e la gente che fa l’elemosina è pochissima, visto che non c’è quasi più nessuno in giro”.

Voi dove operate?

“Siamo attivi in tutte le zone di Roma. Io personalmente opero a Trastevere. Abbiamo un’accoglienza notturna nella chiesa di San Callisto e portiamo i panini alle persone che vivono in strada. Dividiamo le zone tra noi volontari e poi distribuiamo a tutti quelli che incontriamo. Inoltre gestisco un centro di distribuzione dei vestiti a Trastevere, in via della Lungaretta 60”.

Marco Franzoni, volontario della comunità di Sant’Egidio

Quali accorgimenti prendete per evitare la diffusione del contagio?

“Il personale garantisce le distanze di sicurezza e poi indossiamo tutti le mascherine. Però c’è il problema della gestione del tempo nel servizio mensa. Per rispettare le norme di sicurezza ora si sono dilatati. Nella mensa in via dandolo 10, dove distribuiamo i pasti tre volte a settimana, le persone devono entrare uno alla volta. Anche in cucina i ritmi sono rallentati”.

Da dove vengono i bisognosi?

“Alcuni dall’hinterland. Ma ora ci hanno scritto che non posso più perché la polizia li ferma. Certe volte riescono a convincere l’autorità che si stanno muovendo per una situazione di necessità e allora li lasciano passare. Ma non sempre”.

Qual è lo stato d’animo dei senzatetto?

“Sono frustrati perché vedono davanti a loro le porte chiuse. Tra le varie difficoltà ora c’è anche il problema dell’accoglienza notturna. Il comune di Roma ha chiuso tutti i centri di accoglienza: non prendono più nuove persone per via dell’emergenza. Non riuscendo a trovare ospitalità, molti sono costretti a dormire per strada, sui giacigli”.

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