Gli sforzi del lockdown stanno arginando il Coronavirus. Almeno in Lombardia, secondo i dati “degli ultimi quattro giorni”. Parola di Giulio Gallera, assessore al Welfare della Regione, che a Mattino cinque ha fatto il punto sul weekend appena finito: “Qui stiamo notando una flessione nel numero dei casi, ma soprattutto della pressione sui pronto soccorso e sull’azione delle ambulanze. Nel fine settimana è cambiato molto: il grande sforzo sta funzionando”, ha commentato. Per il sud, invece, “l’isolamento può aver evitato la nascita di focolai ampi, come invece avvenuto in Lombardia”. E ancora: “Aspettiamo. In altre regioni la curva epidemica è indietro di dieci giorni, ma questa è una battaglia da vincere insieme”.
Come ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, a Repubblica, per parlare di un trend effettivamente in calo, tale da permettere di allentare – almeno parzialmente – le restrizioni, bisogna “osservare un aumento quotidiano dei casi inferiore a quello delle 24 ore precedenti per alcuni giorni consecutivi”. Una situazione che, comunque, ieri non si è verificata: 3.815 nuovi casi, contro i 3.651 di sabato. Ma, ha rimarcato l’Ansa in un’intervista col membro del Comitato tecnico scientifico Luca Richeldi, i segnali restano incoraggianti. “Abbiamo rallentato il dramma”, ha affermato l’esperto. Per esempio, ieri sono stati segnalati 3.906 malati in terapia intensiva: solo 60 in più di sabato. Non a caso, sul Corriere della sera il virologo Fabrizio Pregliasco ha detto che questa fase “non rappresenta ancora quella calante, ma è comunque un buon segnale”.
Intanto, sempre ieri è arrivato in Italia un team di trenta medici e infermieri dall’Albania. “Non siamo privi di memoria: non abbandoniamo un amico in difficoltà”, ha detto il premier albanese Edi Rama. “Questa guerra è anche la nostra – ha affermato il primo ministro di Tirana – Non siamo un Paese ricco, al contrario di tanti che però stanno chiudendo le frontiere. L’Italia è casa nostra da quando i nostro fratelli e sorelle ci hanno salvato nel passato, ospitandoci mentre qui si soffriva”.
Ma, oltre che di sforzi e solidarietà internazionale, è stato anche un weekend di denunce per violazione dei decreti contro il Coronavirus. 4.942 le violazioni accertate, secondo il Viminale, solo sabato. Fra queste, 49 persone positive al Covid-19 non avevano rispettato l’obbligo di quarantena. A Firenze, un uomo è stato multato perché portava in bicicletta per una passeggiata il figlio, di quattro anni. Questo, nonostante il genitore abbia spiegato che altre autorità gli avevano concesso il permesso, purché mantenesse le distanze. A Otranto, invece, un ciclista, nel tentativo di sottrarsi ai controlli e alla sanzione, ha preferito gettarsi in mare con la sua bicicletta e aspettare a lungo immerso. Inutilmente.
Infine, il sindaco di Messina, Cateno De Luca, ha provato ieri il primo drone per registrare e fotografare la presenza di cittadini che escono senza validi motivi. Secondo il primo cittadino, che giovedì scorso è stato denunciato dal ministro dell’Interno per vilipendio, “non è vero che è vietato far volare i droni. Il capo della polizia sta solo parlando con l’Enac per capire quali le modalità affinché le utilizzino le polizie municipali locali”. Gli apparecchi avranno anche la voce registrata dello stesso De Luca. Così in ogni angolo di Messina si potrà ascoltare l’avvertimento: “Non si esce! Questo è l’ordine del sindaco De Luca e basta, vi becco a uno a uno”.