HomeCronaca Economia e integrazione. Germania, il 30% delle imprese è di immigrati, primi tra tutti i polacchi

Economia e integrazione. Germania, il 30% delle imprese è di immigrati, primi tra tutti i polacchi

di Francesca Polacco22 Aprile 2013
22 Aprile 2013

Gli stranieri in Germania sono quindici volte più attivi dei tedeschi nel settore lavorativo. A dirlo è un recente rapporto del ministero dell’Economia tedesco. «Sono loro – cioè gli emigrati – a dare nuovo impulso al nostro sistema produttivo», ha dichiarato Philipp Rosler, ministro dell’economia. È noto l’atteggiamento un po’ snob da parte dei lavoratori tedeschi, consapevoli della superiorità nazionale dal punto di vista economico-finanziario. Molto spesso sono gli stranieri ad accettare piccoli lavoretti fuori orario per i quali un tedesco mai accetterebbe di “scomodarsi”. E non è insolito che un polacco, un russo, un ungherese, rifiuti addirittura di farsi pagare, cosa che per un tedesco sarebbe impensabile.
Nel 2009, ultimo anno di cui vengono forniti i dati, gli stranieri hanno creato 130mila imprese, piccole e medie, il 30% del totale. Va sottolineato che alcuni settori, se non ci fosse l’impulso di coloro che vengono da fuori, rischierebbero la paralisi o sarebbero addirittura morti.
In passato erano gli immigrati italiani, spagnoli, turchi o i figli di immigrati a fondare imprese “straniere” in Germania, oggi non è più così, o comunque lo è solo per una minima percentuale: dai Paesi dell’immigrazione storica giunge solo un quinto degli immigrati, la maggioranza proviene dall’Est con la Polonia al primo posto e con la Romania in continua crescita.
Ma l’elemento di assoluta novità riguarda il tipo di attività a cui gli immigrati si dedicano: prima aprivano ristoranti, pizzerie, chioschi, kebabberie, bar, gelaterie. Adesso, soprattutto a Berlino, vendono mobili, dirigono gallerie d’arte, scuole di lingua, questo perché il settore della ristorazione è saturo e cercano impieghi più di nicchia o addirittura inventano dal nulla vere e proprie attività, soprattutto in quegli ambiti dove i tedeschi sono più deboli e limitati. La tendenza dei nostri connazionali in Germania, invece, è quella del settore immobiliare.
Il problema più consueto per chi vuole “imprendere” in Germania riguarda la lingua, poiché la conoscenza del tedesco non è così diffusa come l’inglese e quindi spesso gli imprenditori sono costretti ad affiancarsi ad un socio locale per aggirare l’ostacolo.
A questo si aggiunge la difficoltà di ricevere liquidità dalle banche, a maggior ragione da quelle locali che, soprattutto agli stranieri senza grandi garanzie, sono restii a concedere prestiti. Per questo, sono stati aperti speciali uffici di sostegno e assistenza a cui si rivolgono tutti coloro che vogliono avviare qualsiasi tipo di attività. E, stando ai dati, sembra proprio che sia conveniente rischiare.

 Francesca Polacco

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