L’onda delle restrizioni da Coronavirus porta con sé ripercussioni profonde sul tessuto economico e sociale del Paese. Questa mattina l’Istat ha diffuso i dati sulla fiducia di imprese e famiglie, rilevati tra il 2 e il 13 marzo, quando le misure di contenimento del virus erano già in vigore.
Il calo è consistente. Per i consumatori si passa dai 110,9 punti, registrati a febbraio, ai 101 del mese corrente, mentre per le aziende la variazione è da 97,8 a 81,7 nello stesso periodo. I punteggi diffusi vengono calcolati su base 100. Dati così non si manifestavano rispettivamente dal 2013 e dal 2015.
In particolare, evidenzia l’Istituto di statistica, per le famiglie c’è stato “un calo molto ampio della fiducia soprattutto nei servizi (l’indice passa da 97,6 a 79,6), nel commercio al dettaglio (da 106,9 a 97,4) e nella manifattura (da 98,8 a 89,5). Nel settore delle costruzioni, l’indice registra una flessione decisamente più contenuta passando da 142,3 a 139”. Gli stessi settori che minano le aspettative delle imprese.
Le contingenze derivanti dalla crisi del Coronavirus, potrebbero però dare una piccola consolazione alle famiglie italiane. Nel secondo trimestre dell’anno dovrebbero abbassarsi i costi di luce e gas, con un risparmio sulle bollette del 18,3% per l’elettricità e del 13,5% sul metano. I risultati forniti dall’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera), sarebbero dovuti soprattutto alle basse quotazioni delle materie prime sui mercati, causati dalla riduzione dei consumi provocata dalle politiche di limitazione del Covid-19.
Un risparmio medio su base annua, che porterebbe nelle casse di ogni singola famiglia circa 184 euro. Il rischio è che a farne le spese possano essere soprattutto le aziende che erogano i servizi. Per questo motivo è stato deciso l’aumento del fondo di protezione per i servizi energetici e ambientali, passato da 1 a 1,5 miliardi di euro in virtù dell’emergenza Covid.