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Le difficoltà della scuola
uno studente su cinque
senza la teledidattica

I dubbi dei docenti sulla valutazione

a settembre il recupero delle materie

di Serena Console27 Marzo 2020
27 Marzo 2020

tTo students do their homework with laptops on your home, Italy, Genova 26 March 2020. As a precautious measure against the spreading of the pandemic COVID-19 disease caused by the SARS-CoV-2 coronavirus, schools and universities are closed and teaching has been diverted to cyberspace in Italy. ANSA/LUCA ZENNARO

“Si tornerà a scuola se e quando le condizioni lo consentiranno”. Così in un intervento al Senato la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha paventato l’ipotesi di considerare uno slittamento dell’apertura della scuola, forse direttamente a settembre, sulla base di quanto stabilito dalle autorità sanitarie. Uno scenario che la titolare del Miur ha sempre allontanato, ma che è impossibile da non considerare.

Il punto di domanda ora si pone sulla valutazione degli studenti che devono accedere all’esame di maturità. Sono 500mila i maturandi che devono affrontare le prove dal 17 giugno. La titolare del ministero di via Trastevere, per garantire una migliore valutazione del percorso degli studenti, si sta orientando verso una commissione formata da sei commissari interni e un presidente esterno, utile a garantire la regolarità dell’intero percorso d’esame.

L’Azzolina, nel suo intervento, ha sottolineato che si tratterà di un esame “serio con un approccio che non vuole essere finalizzato alla rigidità formale ma intende valorizzare i percorsi di ognuno”. Ma è una modalità complessa, denunciano gli insegnanti che sono costretti a fare i conti con le difficoltà della didattica a distanza.

Nonostante gli 85 milioni di euro stanziati dal ministero per la didattica online in questo periodo di quarantena, oltre un milione e mezzo di studenti, tra i 6,7 milioni di allievi coinvolti nella didattica a distanza, non segue le lezioni. Quindi, niente teledidattica per un alunno su cinque.

Sono diverse le cause che spiegano questi dati evidenziati dal Miur: in molte zone d’Italia (soprattutto quelle non raggiunte facilmente dalla banda larga) gli alunni non possono seguire le lezioni e nelle famiglie meno abbienti non ci sono computer o pc a disposizione per i figli. E, questo, nonostante il ministero abbia stanziato 70 milioni di euro per mettere a disposizione degli studenti meno abbienti, in comodato d’uso, dispositivi digitali individuali.

La questione della valutazione degli alunni rimane quindi complessa: i docenti denunciano la difficoltà di dare voti a chi non è raggiunto dalle lezioni né possono valutare le performance scolastiche online basandosi sui voti del primo quadrimestre. Il punto perciò resta irrisolto e la ministra Azzolina pensa all’ipotesi di “congelare” i voti delle pagelle di febbraio e farli slittare a settembre, chiedendo di recuperare le insufficienze a chi le ha, durante l’anno scolastico 2020-2021.

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