Un decreto al mese per cercare di limitare l’impatto economico e sociale del Coronavirus. È questo il piano del governo che, dopo aver varato il Cura Italia a marzo, si prepara a una nuova manovra per il mese di aprile. Sul tavolo, come illustrato ieri dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte al Senato, ci sono altri 50 miliardi e poi dieci giorni di tempo dati all’Unione Europea per trovare uno strumento di debito comune con l’obiettivo di reperire ulteriori soldi contro la crisi.
Ma se dall’Europa non dovessero arrivare risposte, l’esecutivo starebbe già pensando a un modo per “fare da soli”. Secondo un retroscena apparso oggi su La Stampa, si starebbe valutando di coinvolgere Cassa depositi e prestiti per sostenere le imprese attraverso la liquidità. È però scontro con il Tesoro, che dovrebbe mettere dieci miliardi di garanzia per ottenere con l’effetto leva i 100 miliardi di controgaranzie della banca controllata dal ministero.
Il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo intervenuta a “Circo Massimo” fa poi alcune precisazioni in merito al contenuto del prossimo decreto. Per la cassa integrazione “ci saranno tutte le risorse necessarie e già nel primo provvedimento da 25 miliardi di euro, 11 erano sul tema lavoro. Lo stanziamento – ha confermato la titolare del dicastero del Lavoro – per il prossimo decreto sarà almeno della stessa cifra con una attenzione a tutti i lavoratori”. Poi ha ribadito che nel Cura Italia di marzo c’è la norma che ferma i licenziamenti: “Tuteliamo lavoratori dipendenti e imprese con ammortizzatori sociali, indennizzi per gli stagionali, le partite Iva, gli autonomi” ha aggiunto il ministro Catalfo. Sul fronte del bonus per tate e colf la circolare Inps “è già stata emanata e i soldi saranno presto fruibili” ha sottolineato. Per quanto riguarda gli autonomi iscritti alle casse di previdenza private afferma che i i 600 euro per le partite Iva saranno confermati e anzi è allo studio un aumento, “stiamo prevedendo un indennizzo per tutti, per coprire tutti i lavoratori” ha concluso Catalfo.
Intanto oggi il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà ha incontrato le opposizioni aprendo il dialogo, come auspicato dal Quirinale, in vista appunto del prossimo decreto. Lo stesso ministro ha poi annunciato che il premier Conte incontrerà a sua volta la prossima settimana i leader delle opposizioni Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani.
Sempre dalle colonne de La Stampa il leader di Italia Viva Matteo Renzi, sostiene che la strada migliore per dare una spinta e un sostegno all’economia nazionale sia adottare una sola misura da 150-200 miliardi, in sostituzione dei vari decreti mensili ipotizzati dall’esecutivo.
“Adesso il governo Conte deve essere sostenuto da un’ampia maggioranza parlamentare perché una crisi oggi finirebbe per aggravare l’emergenza” dice infine Pier Ferdinando Casini intervistato dal Corriere della Sera.