Il virus dilaga, in tutta Europa. E non risparmia nessuno: Boris Johnson, premier britannico, è, infatti, risultato positivo al tampone per il Coronavirus. Nel Vecchio continente, le nazioni più colpite sono Spagna e Italia, che registrano il maggior numero di contagi e decessi. E anche la Russia, che sembrava essere immune al Coronavirus, ha iniziato a temere la pandemia.
Il pericolo nel Regno Unito
L’annuncio della positività al Covid-19 di Boris Johnson è stata diffusa da Downing Street, precisando che i sintomi sono al momento “leggeri”. Ora il premier è in auto – isolamento.
Il sistema sanitario britannico sembra essere quasi saturo. “Il 50% di medici e infermieri è malato. E ci sarà uno tsunami di malati gravi” dice Chris Hopson, uno dei manager della Nhs. E Downing Street, nonostante il no categorico agli aiuti da parte dell’Unione europea, è corsa ai ripari allestendo ospedali da campo, richiamando 20mila dottori e infermieri ormai in pensione e mobilitando oltre 600mila volontari. Finora i numeri del Regno Unito contano 460 morti su un totale di circa 11mila casi.
Le chiusure in Russia
Il numero dei contagi in Russia è salito a 1.036, con 196 nuovi casi solo nella giornata di ieri. Le vittime accertate sono invece salite a tre. Da domani, il governo di Mosca ha deciso che le serrande dei bar e ristoranti rimarranno abbassate fino al primo giugno. Saranno, inoltre, sospese anche le piste da sci e le strutture ricreative di massa. “Non si devono ripetere gli errori commessi dall’Italia un mese fa”, si legge in un post su Facebook di Konstantin Sonin, professore dell’Università di Chicago e dell’Hse di Mosca.
La situazione tragica della Spagna
Lo scenario più drammatico, però, lo sta vivendo la Spagna. Solo ieri c’è stata un’impennata di contagi mai registrata: 10 mila casi in più rispetto al giorno precedente. Al momento, riferiscono i media spagnoli citando le cifre fornite dal ministero della Sanità, si registrano 64.059 contagi e 4.858 morti. Alcuni ospedali di Madrid sono già al collasso, con pazienti per terra nei corridoi. “Un inferno”, dice il vicepresidente del Partito popolare europeo Esteban Gonzalez Pons.
L’annunciata ondata francese
Il premier francese Eduard Philippe ha evocato per oggi un’ondata epidemica “estremamente elevata” sulla Francia. “Bisognerà tenere duro – ha detto il presidente del Consiglio in diretta a Bfm-TV -. Stiamo entrando in una crisi che durerà e la situazione sanitaria non migliorerà rapidamente”. I casi accertati Oltralpe sono quasi 30mila, ma secondo i medici di base ci sarebbero più di 40mila altri malati di Coronavirus. Ieri è arrivato il via libera alla prescrizione ,ai pazienti ricoverati negli ospedali per il virus, dell’antimalarico idroclorochina e l’associazione lopinavir/ritonavir.
La quiete prima della tempesta in Germania
Il numero di decessi in Germania, salito a 239, secondo quanto riportato dall’Hopkins University, non fotografa appieno la situazione tedesca. I casi positivi al Covid-19 sono saliti, infatti, a 43.646, un incremento di più di 6000 casi in un solo giorno. E le parole del ministro della Salute Jens Spahn non fanno certo sperare: “I tedeschi sono soltanto davanti alla quiete prima della tempesta”, ha detto.
