Con la sua apparizione in piazza Santi Apostoli a Roma Grillo voleva suonare la carica. Il saluto del capo doveva sollevare il morale delle sue truppe, e invece è stato un flop. «Doveva essere una passeggiata per salutare i militanti. Mala Digos ha detto che c’era pericolo, e sono andato via», così Grillo racconta il fallimento della manifestazione del M5S, dopo la rielezione di Giorgio Napolitano al Quirinale. Dal tetto di un’utilitaria Beppe urla «Arrendetevi!», ma fa in tempo appena a lambire la folla, e poi per motivi di sicurezza è costretto a battere in ritirata. Non è una marcia su Roma quella di ieri pomeriggio, solo una passeggiata pacifica, da Piazza Venezia fino al Colosseo, passando per i Fori imperiali. Lì doveva esserci un palco che invece non è stato mai allestito. Molti vogliono proseguire fino al Circo Massimo, ma il corteo, ormai senza testa, si disperde.
E dire che i manifestanti avevano atteso il loro leader da sabato pomeriggio, quando avevano presidiato Montecitorio, intonando cori contro gli “inciuci” di Bersani e Berlusconi. Malcontento rabbia e delusione sono i sentimenti della piazza, quando intorno alle 17, si apprende la notizia che Grillo ha lasciato Roma in camper.
Le giustificazioni della Lombardi. Si scusa per la mancanza di organizzazione Roberta Lombardi su Facebook: «Francamente, avendo annunciato la manifestazione ieri notte per oggi pomeriggio, pensavamo che venissero poche persone e che noi parlamentari potessimo essere in giro in piazza a parlare direttamente con i nostri concittadini». I grillini invece sono stati puntuali, erano in piazza dalle 14, pronti a protestare contro il “golpe”, anzi il «golpettino istituzionale furbetto», come lo ha definito Grillo sul suo blog.
Il post sconsolato di Grillo. E se il comico genovese ha deluso ieri le sue schiere, non perde tempo e sul web scrive un post dal titolo “Blue Suday”, domenica triste: «La Repubblica, quella che si dice democratica e fondata sul lavoro, ieri è morta. Pensi al sorriso raggiante di Berlusconi in Parlamento, risplendente come il sole di mezzogiorno, dopo la nomina di Napolitano, e ti domandi come è possibile tutto questo». Per Grillo Napolitano era il piano B, un piano ben architettato, dato che consente alla vecchia guardia di rimanere al suo posto, come è stato negli ultimi vent’anni. Tutto deciso a tavolino insomma. «Chiamala, se vuoi, democrazia», chiosa, amaro, il leader pentastellato. E paragona la sconfitta di Stefano Rodotà addirittura alla finale dei Mondiali di calcio del 1994: «L’Italia ha perso e, non so perché, mi viene in mente il pianto disperato di Baresi dopo la finale persa ai rigori con il Brasile nel 1994. Il MoVimento 5 Stelle è diventato l’unica opposizione, l’unico possibile cambiamento».
Annalisa Cangemi