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HomeEconomia Alberghi in crisi. Le richieste di Federalberghi al governo per l’emergenza Coronavirus

La crisi degli alberghi
"Dopo l'emergenza
non sarà facile ripartire"

Bocca: "Bonus per chi trascorrerà

un periodo di vacanza in Italia"

di Chiara Capuani27 Marzo 2020
27 Marzo 2020

L’emergenza Coronavirus ha messo in ginocchio il settore alberghiero. Prima ancora che tutta l’Italia diventasse zona rossa, i danni per le agenzie turistiche e le strutture alberghiere erano già insostenibili. Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, chiede al governo misure concrete che possano almeno tamponare la crisi.

Quanto l’emergenza coronavirus sta influendo sul settore alberghiero e quanti sono i ricavi in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno? 

“Secondo le previsioni Cerved, il fatturato negli alberghi nel 2020 diminuirà del 70%. Anche se il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 22 marzo 2020 permette agli alberghi di rimanere aperti, in pratica gli hotel chiusi in questo momento sono la maggioranza, a causa dell’assoluta mancanza di clientela. In queste condizioni, non ha senso rimanere aperti, piuttosto si cerca di minimizzare i costi. Rimane in attività solo un ridotto numero di alberghi, per garantire l’indispensabile supporto ai servizi essenziali quali trasporti, sanità, protezione civile, etc. Pensando al futuro, siamo preoccupati non solo per le cancellazioni che stiamo ricevendo per i prossimi mesi, ma anche per il fatto che non arrivano nuove prenotazioni”.

Quale sarà il danno derivante dalla mancanza di afflusso turistico durante la stagione estiva, periodo che in media registra il più alto numero di turisti durante l’anno?

“Le previsioni sono purtroppo fosche. Basti considerare che gli stranieri costituiscono il 50% dei nostri clienti e che i bacini principali di origine della domanda straniera, tra cui Germania e Stati Uniti, potrebbero restare chiusi a lungo. Quindi, anche nel caso in cui l’emergenza sanitaria in Italia si risolva entro un paio di mesi, dovremo far fronte ad un periodo molto difficile, in cui gli italiani saranno i nostri unici clienti, per di più in un contesto in cui la domanda interna complessiva tenderà a ridursi, in tutti i settori. Per contribuire all’attrazione del turismo interno, Federalberghi ha chiesto al governo di concedere un bonus alle persone che trascorrano un periodo di vacanza in Italia”.

Quali sono le misure che Federalberghi chiede al governo per tamponare questa crisi del settore?

“Ovviamente l’estensione degli attuali strumenti messi in campo fino alla fine di questa crisi. Inoltre, in aggiunta al bonus per le vacanze in Italia di cui abbiamo già parlato, chiediamo una forma di ristoro per le aziende danneggiate dalla crisi. Abbiamo anche proposto di tutelare la liquidità delle imprese durante la situazione emergenziale attraverso l’abolizione di imposte (in particolare, IMU e TARI) e la sospensione di termini per adempimenti e pagamenti (contributi, ritenute, IVA, utenze, etc.)”.

C’è già qualche piano per riconvertire le strutture alberghiere?

“Ovviamente collaboriamo con le regioni e con la Protezione civile per mettere a disposizione le nostre strutture in questa fase emergenziale, come abbiamo già fatto in passato. Una volta passata la crisi, vogliamo essere in grado di riprendere il nostro lavoro, ma questo non sarà possibile senza ulteriori interventi da parte del governo”.

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