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HomeEsteri Bruxelles, nessun accordo fra i ministri all’Eurogruppo

Eurogruppo, niente accordo
scontro su fondo Salva-Stati
Olanda e Germania contrarie

Gentiloni: "Dobbiamo creare un consenso"

Gualtieri invoca misure inedite e forti

di Giuseppe Galletta25 Marzo 2020
25 Marzo 2020

Italy's Prime Minister Giuseppe Conte arrives for the second day of a Special European Council summit in Brussels, Belgium, 21 February 2020. EU heads of state or government gather for a special meeting to discuss the EUÂ?s long-term budget for 2021-2027. ANSA/LUDOVIC MARIN / POOL

Si è conclusa con un nulla di fatto la riunione dei Ministri all’Eurogruppo tenutasi ieri a Bruxelles. L’incontro, che avrebbe dovuto preparare la strada al vertice di domani, approfondendo il confronto sul possibile uso dei Coronabond e delle risorse del fondo Salva-Stati (Mes), si chiude senza un documento comune.

Negoziati in salita, quindi, per l’Italia, che si aspettava o forse sperava in una reazione più pronta e potente da parte degli Stati dell’Unione. Il nostro Paese, con l’appoggio di Francia, Spagna, Portogallo e Grecia, chiede un ricorso al fondo salva stati senza condizionalità, considerata l’eccezionale gravità del momento.

Ma Olanda e Germania fanno muro. La prima si dice pronta ad assicurare “una forma appropriata di condizionalità”. A Berlino il ministro dell’Economia Peter Altmayer boccia la proposta del presidente del Consiglio Giuseppe Conte di varare dei titoli pubblici europei, definendo un “dibattito fantasma” quello sulla possibile emissione di titoli garantiti a tutti i paesi dell’Unione per far fronte alla crisi sanitaria ed economica scatenata dalla pandemia.

Nonostante la fumata nera del vertice di ieri, il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno ritiene che ci sia un “ampio sostegno”, da parte dei membri dell’Eurozona, per gli “strumenti esistenti” del Mes, ad esempio la Enhanced credit lines, con condizionalità vincolate all’emergenza Coronavirus nel breve termine, e nel lungo termine per tornare alla stabilità.

Linea di pensiero condivisa anche dal commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni che, a margine del tavolo tecnico di Bruxelles, ha commentato così: “Ci sono diversi strumenti sul tavolo. I Coronabond sono uno di questi, dobbiamo andare avanti con le discussioni e costruire un consenso”.

Intanto pero l’Italia, con un debito diretto verso il 150% del Pil, tra il “Cura Italia” da 25 miliardi e l’ulteriore disavanzo che sarà imposto dal decreto legge in arrivo in aprile, potrebbe dover contare sugli acquisti della Bce per attutire l’effetto-spread e lasciare quindi inalterato il rapporto debito/Pil. Del resto la situazione richiede “risposte inedite e forti”, ha ribadito il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, chiedendo anche alle opposizioni una mano a “reperire le risorse”, evitando polemiche.

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