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HomeCronaca Scioperi dei metalmeccanici in Lombardia e nel Lazio. Verso l’intesa con il Governo

Scioperi dei metalmeccanici
in Lombardia e nel Lazio
Verso l'intesa con Governo

I sindacati: "Stop alle attività

non essenziali". Incontro in corso

di Camilla Canale25 Marzo 2020
25 Marzo 2020

Sono al momento confermati gli scioperi dei metalmeccanici della Lombardia e del Lazio che chiedono di limitare le attività industriali e commerciali a quelle davvero indispensabili. Questa mattina dopo un incontro tra il governo e i sindacati durato quattro ore si sono però fatti passi in avanti e si è deciso di aggiornare la riunione alle ore 12 di oggi per cercare la soluzione finale. Possibile, alla fine, una revoca degli scioperi.

Ad essere coinvolta è tutta l’industria metalmeccanica i cui comparti non sono stati chiusi dall’ultimo decreto del 22 marzo, che conta 80 voci, per affrontare l’emergenza Coronavirus. Escluse le attività produttive legate a quella ospedaliera e sanitaria. Oggi anche due collettivi di fattorini che fanno consegne di cibo a domicilio, Deliverance Milano e Riders Union Roma, lamentano i rischi di contagio che corrono i rider senza protezioni. “Continuiamo a dare indicazione di astensione al lavoro a tutti i rider e di boicottaggio del servizio a tutti i consumatori anche in questa data di sciopero generale convocata da diverse categorie e sigle del mondo del lavoro”.

Tante le questioni sollevate dai i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. “Faccio la sindacalista da 40 anni e non ho mai chiesto di chiudere una fabbrica. Anzi, mi sono sempre battuta per far restare le fabbriche aperte. Ma qua c’è di mezzo la vita delle persone”, spiega Furlan, richiamando all’unità e alla necessità di mettere da parte liti e polemiche. Landini attacca : “Alcune imprese stanno cambiando il loro codice Ateco per poter continuare a produrre. Non è possibile giustificarle”.

Ieri il governo aveva lanciato un appello perché l’Italia “non può permettersi” scioperi in questa situazione di emergenza. Il premier Giuseppe Conte si era rivolto direttamente ai sindacati augurandosi un passo indietro, per evitare di fermare ulteriormente il Paese. L’esecutivo aveva rimarcato l’impegno già  dimostrato sul Protocollo di sicurezza per i lavoratori, firmato lo scorso 14 marzo.

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