Dopo un’apertura positiva per le borse mondiali grazie alla notizia dell’accordo tra Repubblicani e Democratici per l’approvazione al Senato Usa del maxi piano di aiuti da due mila miliardi di dollari che dovrà sostenere l’economia americana, colpita dagli effetti del coronavirus, c’è stata un’inversione di tendenza.
Piazza Affari con l’indice Ftse Mib guadagnava il 4,9%, ma ha poi girato in ribasso dello 0,89%. Lo spread tra Btp e Bund scende sotto quota 190 punti.
Anche le altre borse europee hanno rallentato insieme ai futures Usa che questa mattina avevano preso una direzione positiva preannunciando un’apertura positiva di Wall Street dove ieri l’indice Dow Jones aveva segnato il suo maggior rialzo dal 1933. Londra saliva del 4%, Parigi del 3,8% e Francoforte del 3,3%. Mentre ora Londra ha perso lo 0,22%, Francoforte l’1,27% e Parigi lo 0,02%.
L’indice tedesco Ifo, che misura la fiducia delle imprese in Germania, scende a marzo a 86,1, ancora più delle attese che prevedevano un calo a 87,4 punti e peggio della stima preliminare di 87,7 annunciata il 19 marzo scorso. Si tratta del calo peggiore dalla riunificazione e del livello più basso da luglio 2009, precisa il think thank.
Le borse asiatiche mettono a segno rialzi che non vedevano dal 2008 sulla scia del rimbalzo record segnato da Wall Street. Tokyo ha fatto un balzo dell’8,04%, facendo segnare il maggior aumento su base giornaliera degli ultimi 26 anni, Seul del 5,89% e Hong Kong, a seduta ancora aperta, guadagna più del 3%. Bene anche le borse cinesi con Shanghai che guadagna il 2,17% e Shenzhen il 2,92%. Ancora meglio ha fatto Sidney con un più 5,54%.
Il Nikkei avanza dell’8,04% a quota 19,546,63, aggiungendo 1.454 punti. Sul mercato dei cambi lo yen si svaluta sul dollaro a 110,40, e sull’euro a 119,20.
Sono dunque gli stimoli monetari e governativi a spingere i listini, con gli investitori che ora si aspettano una mossa dall’Europa, che si tratti di “pandemic bond” o dell’Esm, dopo il maxi-piano Usa.