L’emergenza Coronavirus rimescola i piani messi a punto finora per risolvere la crisi di Alitalia. Dopo anni di vendite sfumate, acquirenti interessati a intermittenza e miliardi investiti nella speranza di salvare la compagnia di bandiera italiana, dopo l’ultimo provvedimento emanato dal governo per fronteggiar l’emergenza covid, Alitalia potrebbe essere nazionalizzata.
Il provvedimento che riguarda la compagnia e che prevede la creazione di una nuova società pubblica controllata dal Tesoro è stato inserito all’interno del decreto Cura Italia, varato ieri dal governo.
All’interno 25 miliardi di fondi stanziati per tenere in piedi l’economia nazionale, anche una dotazione di 600 milioni per il 2020 per sostenere il settore del trasporto aereo. Soldi che saranno destinati in parte anche al principale vettore italiano, per il quale negli ultimi tre anni lo Stato ha già sborsato 1,3 miliardi di euro sotto forma di prestiti ponte. Un’operazione che l’Europa dovrà avallare viste le tragiche contingenze macroeconomiche.
Non salta però la procedura di vendita della compagnia, come confermato dal commissario unico per Alitalia Giuseppe Leogrande. Ma è evidente che ad oggi, con il comparto in ginocchio per via del Coronavirus che ha di fatto bloccato il traffico aereo mondiale, era impensabile trovare un acquirente in grado di presentare una manifestazione di interesse entro la scadenza del 18 marzo 2020.
Una soluzione che potrebbe limitare i danni, vista la drammatica situazione che sta costringendo la grande maggioranza delle compagnie aeree mondiali a correre ai ripari, tra tagli dei collegamenti e richieste di aiuti ai governi di riferimento.
In Europa, British Airways pianifica un taglio globale dei suoi voli di “almeno il 75%” ad aprile e maggio, mentre Air France-KLM prevede una riduzione delle attività tra il 70 e il 90% nei prossimi mesi. Le aziende statunitensi puntano a chiedere almeno 50 miliardi di dollari di assistenza, un’eventualità che l’amministrazione Trump sta seriamente prendendo in considerazione.