Gli abitanti delle regioni del Centro Italia stanno vivendo una doppia emergenza. Non solo hanno dovuto subire i danni provocati dal sisma del 2016, ma adesso devono anche fronteggiare il virus nazionale e gli ulteriori ritardi per la ricostruzione causati dalla situazione straordinaria in cui si trova attualmente il Paese.
E così, le zone colpite chiedono un sostegno e prendono provvedimenti. La Regione Marche ha annunciato che la Protezione Civile ha emanato un’ordinanza con cui proroga di due mesi il Contributo di autonoma sistemazione, una misura varata per aiutare le famiglie. La scadenza era fissata per il 18 marzo 2020.
“Un atto necessario per garantire i marchigiani colpiti dal sisma, mentre si ritrovano a combattere anche contro un’altra emergenza. È fondamentale più che mai continuare a dare certezze alle persone che ancora affrontano le difficoltà della ricostruzione”, ha detto il presidente della Regione, Luca Ceriscioli, che ha mandato anche un messaggio al governo: “Ci auguriamo adesso che il prossimo passo sia l’emanazione di norme straordinarie per ridare un nuovo slancio alla ricostruzione, che aspettiamo, invano, da tempo”.
L’emergenza Coronavirus, infatti, potrebbe rallentare ancora i lavori di riedificazione. Giovanni Legnini, commissario straordinario alla ricostruzione delle regioni colpite dal sisma del 2016, ha ipotizzato la sospensione dei cantieri e quella, conseguente, relativa ai termini degli adempimenti gravanti su imprese, professionisti e cittadini danneggiati dal terremoto.
La vita dei terremotati, dopo il Covid-19, non è cambiata più di tanto: “Viviamo isolati da quasi quattro anni, da quando il sisma ha distrutto tutto, comprese le nostre vite”, dicono dal villaggio Sae di Ussita, nel Maceratese. “Siamo stati abbandonati e dimenticati da oltre tre anni e mezzo”, aggiunge amaramente un abitante.
Ma a fare i conti con sisma ed emergenza Covid non è solo il Centro Italia. Questa notte, una serie di scosse, hanno colpito la Calabria. La più forte è stata di magnitudo 3.9, ma non ci sono stati danni. La gente si è riversata in strada. In tanti hanno passato il resto della notte in auto, altri sul lungomare, ma sempre tenendo le distanze: un’angoscia in più dopo essere stati tirati giù dal letto in pieno sonno.