“Riavviare il dialogo sui migranti”: è con questo obiettivo che l’Unione Europea ha accolto ieri a Bruxelles il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan, nel tentativo di trovare una mediazione e risolvere le persistenti tensioni alla frontiera tra Grecia e Turchia, dopo la decisione di Ankara di “aprire le porte” ai migranti, che in migliaia si sono riversati al confine tra i due Stati.
Un incontro in cui non sono mancate posizioni opposte: ai rappresentanti dell’Ue Erdogan ha fatto esplicita richiesta di rinegoziare il trattato sui migranti di quattro anni fa, chiedendo un’accelerazione nel trasferimento dei sei miliardi di euro di aiuti per l’accoglienza dei 3,6 milioni di rifugiati siriani in Turchia. Il leader turco chiede inoltre risorse aggiuntive e il sostegno europeo al suo piano per creare una zona al Nord della Siria, in cui riportare parte dei rifugiati.
L’Ue dal canto suo non sarebbe disposta a fornire altre risorse consistenti, con nuovi accordi che dovrebbero peraltro essere approvati all’unanimità da tutti gli Stati membri.
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, afferma come si sia trattato di un primo incontro e che ci saranno “significative discussioni nei prossimi giorni e settimane”. Ma sottolinea anche che “i canali della comunicazione con la Turchia restano aperti e attivi”.
Per il presidente del Consiglio europeo Charles Michel c’è stato un importante passo avanti nei rapporti con la Turchia, sebbene sottolinei ci sia “ancora lavoro da fare sul piano europeo, per tentare di effettuare un adeguato monitoraggio dell’accordo sui migranti”. Si è parlato anche della Siria, con Michel che ha espresso “grande preoccupazione umanitaria per la situazione a Idlib”, dove regge per ora il cessate il fuoco nella regione concordato da Erdogan con il presidente russo Vladimir Putin.
