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HomeEsteri Dalla Grecia andranno nella Ue 1.500 bambini siriani

Migranti al confine greco
Domani incontro Ue-Erdogan
per rilanciare il dialogo

Appello della Turchia: "Fateli entrare"

Il premier greco rinforza le recinzioni

di Massimiliano Cassano09 Marzo 2020
09 Marzo 2020

Migrants stand near the border fence of the Turkey-Greece border buffer zone near Pazarkule crossing gate in Edirne, on March 7, 2020, during clashes between Greek police and migrants trying to cross to the Greek side. - Greece plans to build two new temporary camps to house hundreds of additional asylum seekers who arrived after a surge enabled by Turkey, the migration minister said Saturday. (Photo by Ozan KOSE / AFP)

Un vertice a tre per decidere le sorti di oltre 100mila migranti. Domani i presidenti di Consiglio e Commissione europea, Charles Michel e Ursula von der Leyen, si incontreranno a Bruxelles con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan per discutere dei rapporti tra Ue e Turchia, diventati tesissimi in seguito alla crisi umanitaria che sta avvenendo in questi giorni al confine con la Grecia.

Dalla Germania arriva la notizia che una coalizione di paesi “volontari” dell’Ue prevede di prendersi in carico fino a un massimo di 1.500 bambini migranti attualmente bloccati sulle isole greche, come misura di sostegno “umanitario”. Lo ha annunciato nella notte il governo.

“A livello europeo in questi giorni si stanno svolgendo negoziati su una soluzione umanitaria, con l’obiettivo di organizzare la cura di questi bambini nel quadro di una ‘coalizione di volontari'”, ha sottolineato Berlino in un comunicato stampa, senza specificare i nomi dei paesi coinvolti.

“Vogliamo aiutare la Grecia ad affrontare la difficile situazione umanitaria di 1.000-1.500 bambini sulle isole” del paese, hanno aggiunto i partiti della coalizione di governo della cancelliera Angela Merkel, in seguito a un incontro di diverse ore iniziato ieri sera. “Questi sono bambini che a causa di una malattia hanno urgentemente bisogno di cure, o bambini non accompagnati di età inferiore ai 14 anni, per lo più femmine”, hanno detto.

Ankara aveva stimato che circa 139mila profughi siriani avrebbero provato a varcare il confine con l’Europa, ma il dispiegamento di forze armate e i naufragi a largo dell’isola di Lesbo hanno reso necessario un vertice per discutere di migrazioni, sicurezza e stabilità della Siria.

“C’è tensione politica, dobbiamo aiutare Grecia e Turchia ad alleviarla”, queste le parole della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che lasciano intendere come nell’incontro di domani si tenterà soprattutto di rilanciare un dialogo politico ormai fermo da tempo. Esclusa al momento la possibilità che si parli di un nuovo accordo sulle redistribuzioni o di un ulteriore stanziamento di fondi, dopo che nei giorni scorsi Bruxelles e Ankara si erano accusati reciprocamente di non aver rispettato i termini del patto stabilito nel 2016, che vedeva lo stanziamento di 6 miliardi di euro da parte dell’Unione europea alla Turchia affinché questa trattenesse i migranti che cercavano di raggiungere l’Europa attraverso la rotta balcanica.

All’incontro si parlerà anche di liberalizzazione dei visti e di unione doganale, temi cari a Erdogan. Sotto il profilo della sicurezza – invece – è possibile che venga riannodato il discorso sull’assistenza militare alla Turchia, considerando anche gli impegni presi dalla Nato negli anni scorsi.

E mentre la Grecia annuncia il prolungamento per 36 chilometri della recinzione rinforzata al confine con la Turchia, in un discorso televisivo Erdogan invia un messaggio al premier ellenico Kyriakos Mitsotakis: “Grecia! Vi lancio un appello: aprite le porte e liberatevi di questo peso, fateli andare (i migranti, ndr) negli altri paesi europei!”. E sull’incontro di domani il presidente turco aggiunge: “Spero di tornare dal Belgio con risultati differenti”.

Intanto, le autorità greche hanno annunciato l’arrivo di oltre 1.700 profughi sulle loro isole, che si sono aggiunti ai 38mila che in condizioni disperate sono già ammassati in campi di accoglienza improvvisati.

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