La comunicazione era attesa da settimane, da quando lo spettro del Covid-19 è calato sull’Italia. Il referendum sul taglio dei parlamentari, previsto il 29 marzo, è stato rinviato. “Sine die”, ha precisato ieri il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi, sottolineando che non “c’erano le condizioni” tecniche e che sentirà presto “i vari comitati”.
L’obiettivo è chiaro: Roma, che chiede a Bruxelles di sforare il deficit al 2,5% per un piano emergenziale di 7,5 miliardi di euro, pensa di rimandare una spesa di trecento milioni di euro per un referendum che peraltro potrebbe essere condizionato dalla scarsa partecipazione in molte parti d’Italia.
Plaudono al rinvio i promotori del referendum e i diversi Comitati per il No, che chiedono però di evitare l’accorpamento con le Regionali. Infatti, il tasso di incertezza che il coronavirus impone alle Istituzioni mette in dubbio perfino le elezioni locali e le amministrative del 17 e 31 maggio, a cui finora si era pensato di abbinare il quesito.
C’è poi un altro elemento politico sottolineato dal leghista Roberto Calderoli: lo slittamento, a maggio o addirittura a settembre, chiuderebbe la finestra delle possibili elezioni anticipate, allungando la legislatura ai primi mesi del 2021, a ridosso del semestre bianco (giugno 2021) in cui è vietato sciogliere le Camere.
Il rinvio del referendum ha scontentato il centrodestra. Non tanto per la decisione nel merito, che non viene contestata, quanto per una mancata comunicazione, come ha affermato il leader della Lega Matteo Salvini. “Abbiamo letto sui giornali che rinviano il referendum: siamo la prima forza del Paese, fatecelo un colpo di telefono”. Salvini infatti, insieme ai leader del centrodestra, Giorgia Meloni (FdI) e Antonio Tajani (FI), ha presentato delle proposte per fronteggiare la crisi sanitaria del coronavirus: al tavolo tecnico è emersa la volontà di mettere in campo azioni di dimensione pari a quella dell’avanzo primario del 2019, circa trenta miliardi di euro, pari a 1,7 punti del Pil.
Nessuna risposta però è arrivata dal governo, denuncia la Meloni che, da qualche giorno, ha un durissimo scambio con il presidente Conte. La leader di Fratelli d’Italia ha parlato di “governo criminale, che usa il coronavirus come passerella personale”, denunciando la gestione comunicativa di questa emergenza, ma il premier, che le ha replicato, ha definito il suo “un attacco inusuale, molto grave, uno schiaffo agli italiani”.